L'allarme in Valnerina per gli attacchi dei lupi sempre più frequenti, tensione tra gli allevatori

L'allarme in Valnerina per gli attacchi dei lupi sempre più frequenti, tensione tra gli allevatori
TERNI L'apertura della caccia al cinghiale, cominciata il 14 di...

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TERNI L'apertura della caccia al cinghiale, cominciata il 14 di ottobre, è stata una sorpresa per i cacciatori: a qualche decina di metri di distanza c'erano sì i cinghiali ma anche il temuto selvatico che ha dato poco importanza alla presenza dell'uomo. Non c'è giorno che non vengono segnalati gli assalti dei lupi al bestiame in alpeggio. Gli allevatori sono sotto attacco e la Valnerina é una delle zone dove se ne trovano di più. Da Polino scendendo ad Arrone, transitando a Montefranco fino a Ferentillo la presenza dei lupi da qualche anno è triplicata e i circa trecento capi di bestiame rischiano grosso. Gli allevatori sono disperati, non sanno più come difendersi dalla continua strage di ovini, bovini ed altri animali domestici, come il cane, che vengono sbranati dagli affamati selvatici senza che i proprietari possono far qualcosa. Tutti concordano nel sostenere che si tratta di un'emergenza dovuta dalla fame. I lupi in montagna non hanno più cosa mangiare. I cinghiali fuggiti sono rintanati nell'immediata periferia della città.

«Il problema che non si tratta di qualche lupo come in passato, ma interi branchi che attaccano con ferocia i nostri allevamenti dimezzandoli- racconta Luigi Filipponi- abitante di Macenano, nel comune di Ferentillo. Gli animali attaccano anche di giorno. Non sono mai da soli, vanno in branco, scrutano le nostre bestie, le seguono e al momento opportuno le attaccano. Li ho osservati bene- riprende Filipponi- adesso hanno cambiato tattica, le prendono da dietro e le sbranano vive. Questa è la verità. I carnivori fanno danni irreparabili continua- le perdite sono mal retribuite. Sai quanto rimborsano per un vitello che vale sul mercato circa 2 mila euro? Appena la metà. In questo modo conclude -non possiamo andare avanti, dobbiamo smettere». I lupi si nascondono all'interno della boscaglia del monte Aspra che fa parte dell'appennino umbro marchigiano che si trova in provincia di Terni. Lì, sull'Aspra, allevano i loro cuccioli che si moltiplicano negli anni fino ad arrivare ad un numero incontrollabile. «Le stragi di animali al pascolo- afferma Domenico Leonardi (allevatore) - continuano senza sosta. In questi giorni sono stati uccisi quattro vitelli. I capi di bestiame rimarranno in montagna allo stato brado almeno fino alla fine si novembre, di sicuro le perdite aumenteranno. Il nostro lavoro è diventato difficile ed anche pericoloso- conclude Leonardi- i lupi arrivano a sbranare anche i cani arrivando vicino alle abitazioni. Sparargli? Vuoi dire andare in galera. Nessuno di noi si permette di prendere il fucile. Noi amiamo anche i lupi ma sono troppi. Dobbiamo andare ad riequilibrio dell'ambiente». Riprende Filipponi: « Avrò perso una quindicina di vitelli, una sera, durante un controllo all'allevamento, ho avvistato un branco composto da più di cinque lupi a distanza ravvicinata». Secondo i dati della regione Umbria l'andamento dei danni sulla base delle denunce è fortemente aumentato «sembra, però- concludono gli allevatori- che a nessuno importi nulla di quello che sta succedendo sulle montagne dove i lupi sono i signori assoluti dell'altura».

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Il Messaggero