Gualdo Tadino, investito e abbandonato nel fosso: la pirata della strada era al cellulare

La sede della procura delle Repubbica
La donna di 59 anni che ha investito con la propria Fiat Panda un ventenne di Gualdo - abbandonato in un fosso per quasi venti ore, fino all'indomani, quando casualmente un...

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La donna di 59 anni che ha investito con la propria Fiat Panda un ventenne di Gualdo - abbandonato in un fosso per quasi venti ore, fino all'indomani, quando casualmente un passante si è accorto della sua presenza - ha ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. La Procura della Repubblica di Perugia la ritiene responsabile del reato di fuga del conducente in caso di lesioni personali stradali. Lo schianto è avvenuto in via Sandro Pertini il 16 gennaio scorso. Nelle carte del pubblico ministero Franco Bettini si legge che l'automobilista (difesa dall'avvocato Guido Bacino) «succesivamente all’urto si dava alla fuga, omettendo di fermare la marcia e di prestare la dovuta assistenza al pedone» che ha riportato «lesioni personali gravi». «Condotta colposa consistente in negligenza, imperizia e imprudenza»: questo contesta il magistrato inquirente all'indagata che, stando a quanto emerso, durante le indagini, in quel momento era al cellulare.

Leggiamo le accuse contenute nell'avviso: «Procedendo lungo via Sandro Pertini in orario notturno ometteva di osservare le condizioni di sicurezza necessarie, in relazione all’orario e alle condizioni di visibilità per via della pioggia in atto durante la marcia, viaggiando alla velocità di 60 km/h circa a fronte del limite di 50 km/h per il tratto di marcia percorso, nonché utilizzando il telefono cellulare durante la marcia e in prossimità del punto di impatto». Abbandonato Ancora: «Non avvistava il pedone lungo la strada, pur essendo detto avvistamento possibile, e determinava l’urto tra la vettura da lei condotta e il giovane, facendolo cadere nel canaletto di scolo adiacente alla strada».

«Con l’avviso di conclusione di indagini inizieremo la fase risarcitoria per il danno causato dalla gravissima condotta tenuta dall’indagata, essendo ormai accertati i fatti e le sue responsabilità – dice l’avvocato Chiara Lazzari che assiste la persona offesa -. Il mio cliente oggi purtroppo è un’altra persona e dovrà essere risarcito il danno per aver cambiato tutto il resto della vita di questo giovanissimo ragazzo». «A seguito del fatto – si legge nell’atto della Procura – il giovane riportava lesioni personali consistenti in multiple microlacerazioni emorragiche da danno assonale diffuso emorragico in sede biemisferica fronto-temporo-aprtietale, emorragia paracentrimetrica talamica destra, Esa in sede cisternale frontale a sinistra ed in sede tentoriale bilaterale; frattura composta XII costa a destra; contusioni polmonari multiple; frattura scomposta chiusa della diafisi di tibia destra, provocando uno stato di malattia certamente o probabilmente insanabile».

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Il Messaggero