Invasione di cinghiali, pressing sul sindaco Latini: «Firmi un'ordinanza»

Invasione di cinghiali, pressing sul sindaco Latini: «Firmi un'ordinanza»
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TERNI Sempre di più. Non si ferma la marcia dei cinghiali che, ormai, hanno raggiunto le porte delle abitazioni e l'estrema periferia della città. Ovunque ti trovi, eccoli sbucare all'improvviso dall'anfratto o brucare sulle isole verdi, ignari che a pochissimi metri di distanza transitano le automobili. Lungo l'asse santa Maria - La Rocca - Piedimonte e colle dell'Oro la loro presenza è diventata quasi costante e pericolosa.


«Non possiamo uscire di casa - spiega Carlo Formichetti - che facciamo incontri pericolosi. Così non si può andare avanti. Abbiamo fatto presente al Comune la questione più di una volta, niente da fare. Abbiamo anche avvertito l'Ambito territoriale di caccia, per vedere se si poteva intervenire al loro abbattimento. Anche qui risposta negativa. Non sappiamo più a che santo rivolgersi». Gli ungulati vengono richiamati anche dai sacchi di immondizia che si trovano lungo un fossato che raccoglie, tra l'altro, anche i liquami di fogna di diverse abitazioni. «Lì, nel fosso sguazzano- riprende Carlo - da mesi, nel canaletto è stato gettato anche un cassonetto, quelli grandi usati per la raccolta dell'immondizia, quando non si faceva la differenziata».
LA SOLUZIONE
Secondo Leonardo Fontanella presidente provinciale dell'Atc 3 (Ambito territoriale caccia) che comprende Terni e Orvieto «dove è possibile si fanno interventi di contenimento, ne abbiamo già fatti diversi, ma nelle area peri-urbane e urbane non possiamo intervenire. Queste zone sono di competenza del Comune ed è, eventualmente il sindaco, a dover emettere un'ordinanza specifica». «Per quello che riguarda una stima sul numero dei cinghiali nessuno lo sa, alla Regione presentiamo una statistica della loro presenza sul territoriale, ma impossibile conoscere il loro numero esatto ed in forte aumento». Perché gli ungulati sono scesi così in basso? «La particolare stagione di caldo - continua Fontanella- ha fortemente influito anche sulla carenza di cibo in montagna, così gli animali sono scesi in città affamati, sfidando l'uomo ed andando a rovistare dove trovano cibo avariato, radici, tuberi, tutto quello che li possa sfamare. Arrivando perfino a scalzare reti metalliche di spessore, arrivando fino all'uscio delle abitazioni».
«Mi sta bene tutto- afferma Carlo Formichetti - però sembra assurdo che nessuno possa intervenire, Atc o Comune, a noi importa poco, purché si faccia qualcosa. Non si può andare avanti in questo modo con gli ungulati che arrivano fino alla dentro casa».

Non solo danni ai privati in città ma anche alle colture agricole. «I danni sono ingenti anche quest'anno- conclude Fontanella- tra il caldo torrido e la fame dei cinghiale, la situazione delle colture è drammatica»
. Ma questa è una altra storia. Intanto, indisturbati, gli ungulati scorrazzano in periferia con puntate anche in città, tra l'incredulità della gente, facendo danno ingenti alle colture ed anche a giardini ed aree private.
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Il Messaggero