Invalida al 100 per cento vince il braccio di ferro con l'Inps: non dovrà rendere la pensione

L’Istituto di previdenza aveva sospeso l’indennità e chiesto indietro una annualità per un cavillo burocratico: provvedimento annullato

La sede Inps di Spoleto
SPOLETO Invalida permanente al 100 per cento, una donna spoletina si...

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SPOLETO Invalida permanente al 100 per cento, una donna spoletina si era vista sospendere la relativa pensione per un cavillo burocratico. Ma ora, a più di un mese dalla denuncia di quel provvedimento che era apparso quanto meno discutibile, l’Inps è tornata sui suoi passi e ha dato ragione alla donna, che si era opposta presentando un ricorso amministrativo. A raccontare al Messaggero l’assurda vicenda era stato, a fine febbraio, il marito Gianni, ora comprensibilmente rinfrancato dalla decisione dell’Istituto previdenziale: «Mia moglie - racconta - ha ottenuto giustizia. Due giorni fa ci è arrivata dall’Inps una lettera, in cui si legge che, a seguito di ricorso amministrativo, l’Istituto ha verificato che l’indebito non sussiste. Per questo motivo, rilevato sussistente e prevalente l’interesse pubblico e dell’Istituto in sede di autotutela, dispone l’annullamento del provvedimento». Un sospiro di sollievo per la famiglia che a dicembre si era accorta del mancato versamento della pensione di invalidità. Un fatto strano e inaspettato, visto che la donna ne aveva suo malgrado tutto il diritto, essendo la sua invalidità riconosciuta come permanente e irreversibile. Un diritto, quindi, indiscutibile, anche se a volte la burocrazia fa percorsi strani. Alla luce del mancato versamento di dicembre, il marito si era recato negli uffici dell’Inps per chiedere chiarimenti e in quella sede si era sentito rispondere che, di fatto, la sospensione andava ricondotta alla mancata spedizione annuale della dichiarazione dei redditi, che tuttavia non rileva fiscalmente in alcun modo sul diritto alla pensione. Non solo. Qualche giorno dopo la famiglia in questione - che nel frattempo aveva inviato le dichiarazioni dei redditi annuali di cui era stato contestato il mancato invio - si è vista recapitare una nota. Un’altra doccia fredda, perché in questo caso l’Inps intimava alla donna invalida di restituire, entro 30 giorni, gli importi ricevuti nel 2019, pena un nuovo blocco della pensione a partire dal mese successivo. A tutto questo si era aggiunto un altro disguido burocratico, riconducibile stavolta agli effetti del sisma 2016: «Una parte della corrispondenza - aveva raccontato il marito della donna - continuava ad essere recapitata nella nostra casa danneggiata dal sisma, dove sono in corso i lavori, mentre la seconda nota Inps ci è arrivata nel domicilio attuale». Un intreccio di formalità e provvedimenti che hanno fatto vivere una vera odissea alla famiglia in questione: «Mia moglie - aveva raccontato l’uomo - è molto provata da questa spiacevole situazione e io sono incredulo e turbato pensando alle difficoltà cui vengono spesso messi di fronte gli invalidi. Per questo sono pronto a dare battaglia, anche per evitare che qualcun altro possa trovarsi in una simile situazione». Battaglia vinta, anche se ora sarebbe da capire quante altre persone potrebbero essersi trovate in una situazione analoga, senza avere la forza o la possibilità di far valere le proprie istanze.

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Il Messaggero