Iniziano i lavori al Santa Maria per ampliare Malattie Infettive. Paparelli (Pd): «Quanto dureranno»

Foto dal profilo Facebook di Fabio Paparelli
TERNI        «All’ospedale...

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TERNI        «All’ospedale di Terni il 2 settembre sono iniziati i lavori di ristrutturazione dei locali che ospitavano una sezione di area medica al piano terra del corpo centrale (lato sud ovest). Il trasferimento della struttura sarebbe stato effettuato per liberare spazi ai fini dell’ampliamento della clinica di Malattie Infettive, per il Covid-19». Così comincia l’intervento del consigliere regionale Fabio Paparelli (Pd); il tema è quello dei lavori al Santa Maria, che se da un lato vogliono rendere la struttura un punto di riferimento per la lotta al Covid, dall’altro, come spiega Paparelli, possono avere come risvolto «un grave danno per la normale attività di ospedale di eccellenza e la conseguente perdita di fatturato, nonché l’allungamento delle liste di attesa». Stiamo parlando di un piano di ristrutturazione di 560 metri quadrati che per adesso fanno parte del reparto di Oncoematologia. Tra archivio, ambulatori, studi medici, posti letto, stanza infermieri e altri interventi, dovrebbe esserci anche lo spazio per rivestimenti e tinteggiature ecologici e il rifacimento dell’impianto elettrico, oltre al nuovo impianto per i gas medicali. Ma tutto ciò, come spiega Paparelli, «finisce per rallentare l'ampliamento necessario del reparto di Oncologia - progettato dal 2015 -  e degli spazi destinati all'attesa per pazienti particolarmente fragili, che necessitano di un’ accoglienza adeguata. Questo ci fa capire come ci sia il bisogno di creare un’area di malattie infettive esterna al corpo ospedaliero centrale, il quale dovrà restare pulito da qualsiasi evento epidemico, lasciando l’ospedale Covid-free, per non tornare a penalizzare la regolare attività chirurgica e assistenziale a favore dei pazienti con altre patologie». Dopo che l’anno scorso si era giunti ad affidare la realizzazione dei lavori a una ditta, conclude infatti, ora si parla di una nuova rivisitazione del progetto, che ha portato ad allungare ancora di più i tempi, anche se il contributo della fondazione Carit è stato stanziato ormai 4 anni fa, e per il progetto sono guai stati investiti 100mila euro. La domanda di Paparelli, espressa in un’interrogazione alla Giunta, riguarda proprio questo: «conoscere in modo certo le tempistiche».
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Il Messaggero