Indagine "White bridge": per i pusher condanne fino a sette anni di carcere

Indagine "White bridge": per i pusher condanne fino a sette anni di carcere
TERNI - L'operazione "White bridge" si chiude con pesanti condanne per i componenti della banda multietnica accusata di spaccio, estorsioni, aggressioni e lesioni...

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TERNI - L'operazione "White bridge" si chiude con pesanti condanne per i componenti della banda multietnica accusata di spaccio, estorsioni, aggressioni e lesioni nei confronti di chi non saldava il conto della droga acquistata.

Il giudice, Biancamaria Bertan ha inflitto condanne che vanno dai 2 anni e 8 mesi ai sette anni di carcere.

Accolte in toto le richieste del, Camilla Coraggio, che in aula ha ricostruito il castello accusatorio nei confronti del folto gruppo di pusher che doveva rispondere di 70 episodi di spaccio, 100 acquisiti di droga e di una decina tra estorsioni, lesioni e aggressioni nei confronti di chi non saldava i debiti.

L’operazione White Bridge, conclusa dalla squadra mobile ternana a maggio 2020, in pieno lockdown, fece scattare le manette per Slim Rozzanelli, legato al tifo organizzato della curva, sua madre, Jamila Yahyaoui, Tony Legato, Tatiana Massarelli, Valerio Ruffinelli, Said Aouled Mounir, Hamza Jamghili, Hassan Zahri, Noureddine Lakraimi e Mohamed Kriki. Ai domiciliari finirono un ternano e due stranieri mentre per altri quattro, tra cui una donna, scattarono misure cautelari più lievi.

A difendere la gran parte degli imputati l'avvocato, Francesco Mattiangeli, che annuncia appello contro la sentenza di primo grado.

 

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Il Messaggero