Inchiesta sugli autosaloni, indagato anche un commercialista di Città di Castello: scatta sequestto da oltre un milione

Inchiesta sugli autosaloni, indagato anche un commercialista di Città di Castello: scatta sequestto da oltre un milione
Il giudice per le indagini preliminari di Perugia ha ordinato il sequestro di beni mobili e immobili per un valore complessivo di 1,2 milioni di euro nei confronti di un...

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Il giudice per le indagini preliminari di Perugia ha ordinato il sequestro di beni mobili e immobili per un valore complessivo di 1,2 milioni di euro nei confronti di un imprenditore originario di Santa Marinella considerato dai magistrati della Procura del capoluogo umbro il «dominus occulto» di alcuni autosaloni che si trovano nelle province di Roma e Perugia. Dalle indagini delle fiamme gialle della Compagnia di Ladispoli - viene riferito da fonti inquirenti - era emerso un vorticoso giro di fatture false tra alcune società, tutte intestate a ‘teste di legno’, finalizzato alla costituzione di crediti Iva da richiedere a rimborso e pianificato con la consulenza di un commercialista di Città di Castello, anch’egli iscritto nel registro degli indagati. 

Le ipotesi di reato contestate vanno dalla omessa presentazione della dichiarazione ai fini delle imposte sui redditi e dell'Iva fino all' auto-riciclaggio. Al professionista tifernate viene imputato l’addebito di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. 

Gli accertamenti della guardia di finanza - si legge in una nota a firma del procuratore Raffaele Cantone - hanno fatto luce anche su disinvolte operazioni di scissione con la creazione di nuovi soggetti giuridici, poste in essere per svuotare il patrimonio delle società con disponibilità di attivo e sottrarsi, così, alle azioni di recupero dell’amministrazione finanziaria, nonché sulla «artificiosa costituzione» di una società domiciliata in Lussemburgo, sempre riconducibile all'imprenditore, cui affluivano i proventi della frode fiscale, per il tramite di un fittizio contratto di finanziamento. Gli accertamenti della Compagnia guardia di finanza laziale, perciò, in prima battuta, hanno fatto luce su operazioni fiscali portate avanti dall’imprenditore tese - nella ricostruzione accusatoria - a sottrarsi a determinati pagamenti, dunque a scindere il patrimonio in maniera tale da rendere quanto meno più complicate le esecuzioni erariali. Le indagini a un certo punto sono state trasferite per competenza territoriale a Perugia in quanto nella provincia umbra era stata trasferita la sede legale di una società. L’inchiesta viene coordinata dai pubblici ministeri Mario Formisano e Gianpaolo Mocetti. Gli elementi raccolti dai militari della guardia di finaza - viene riferito in via Fiorenzo di Lorenzo attraverso una nota stampa diramata dal capo dell’ufficio - hanno consentito ai magistrati della Procura di richiedere e di ottenere dal giudice per le indagini preliminari il sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche ‘per equivalente’, di beni per un valore corrispondente alle imposte evase pari a oltre 1,2 milioni di euro. Il sequestro, nello specifico, ha riguardato cinque appartamenti, un paio di terreni, quote societarie, crediti verso terzi e liquidità. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero