Terni, incendio a Sabbione: il dolo non è escluso. Diossine e altri inquinanti sparsi nel raggio di cinque chilometri

Terni, incendio a Sabbione: il dolo non è escluso. Diossine e altri inquinanti sparsi nel raggio di cinque chilometri
L’incendio che ha bruciato il materiale di un’area di 7mila metri quadrati è quasi spento. A tarda sera ci sono però ancora focolai che non consentono di...

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L’incendio che ha bruciato il materiale di un’area di 7mila metri quadrati è quasi spento. A tarda sera ci sono però ancora focolai che non consentono di dichiarare chiuso l’intervento in forze dei vigili del fuoco nel piazzale della ditta di autotrasporti Medei. Il rischio che le fiamme potessero attaccare la Treofan è scongiurato, ma il crollo di alcune delle strutture ha imposto l’arrivo da Norcia, tra le macerie del capannone, di macchine per il movimento terra per buttare giù le parti pericolanti. Con i vigili del fuoco ancora all’opera per smassare il materiale ridotto in cenere e spegnere i focolai gli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore, Barbara Mazzullo, sono già al lavoro per accertare le cause del rogo e le eventuali responsabilità. Al momento vengono valutate tutte le ipotesi, compresa quella del dolo. La certezza è che sul posto, per i sopralluoghi e i rilievi, ci sono stati per tutta la giornata i carabinieri forestali e la polizia scientifica. Incaricati dalla procura ternana di andare a caccia della presenza di tracce sospette da analizzare con estrema cura. E di acquisire e visionare le immagini girate dalle videocamere di sorveglianza della zona, che potrebbero fornire elementi utili agli investigatori. “Si tratta di indagini molto complesse - si limita a dire il procuratore, Alberto Liguori - che involgono più saperi a confronto”. Al lavoro anche il nucleo di polizia giudiziaria dei vigili del fuoco di Terni, con i colleghi del Nipaf arrivati da Perugia con strumentazioni e attrezzature utili a stabilire il punto d’innesco delle fiamme. Che, stando ai primi accertamenti resi complicati da un incendio non ancora spento che ha bruciato grandi quantità di bancali in legno e materie in plastica, pannelli solari, gazebo in pvc, mater-bi e un magazzino, sarebbero divampate nei pressi del muro di cinta dell’azienda.

In queste ore Arpa analizza i primi dati registrati dalle centraline della rete di monitoraggio della qualità dell’aria del territorio ternano, di quella collocata a Narni Scalo e delle due centraline mobili che Arpa ha installato a 200 metri dal luogo dell’incendio e a Collescipoli. “Il modello mostra un’area di ricaduta che si orienta dal punto dell’incendio verso l’area di Ponte San Lorenzo e si estende fino a circa 5 chilometri dal punto dell’incendio e i dati al momento disponibili sul particolato atmosferico misurati dalle centraline della rete regionale (21 microgrammi a Maratta, 17 a Carrara, 15 a Narni Scalo, 11 a Borgo Rivo e 15 a Le Grazie) confermano le risultanze del modello di ricaduta”. Oggi sono attesi i dati più significativi, quelli su diossine, pcb e ipa. “Ci aspettiamo sicuramente le diossine, valori di ipa abbastanza importanti - dice Francesco Longhi, direttore del dipartimento Umbria sud di Arpa - non crediamo di trovare particolari livelli di metalli. Probabilmente troveremo anche pcb”. Con i dati in mano, scatteranno inevitabilmente gli accertamenti su terreni e ortaggi. 

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Il Messaggero