Rogo alla Biondi: dopo la paura, sospiro di sollievo per l’aria

Rogo alla Biondi: dopo la paura, sospiro di sollievo per l’aria
PERUGIA - Mentre vanno avanti le inchieste dei carabinieri del Noe, coordinati dalla procura, per stabilire chi abbia trasportato e scaricato venerdì scorso sul piazzale...

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PERUGIA - Mentre vanno avanti le inchieste dei carabinieri del Noe, coordinati dalla procura, per stabilire chi abbia trasportato e scaricato venerdì scorso sul piazzale della Biondi recuperi di Ponte San Giovanni vernici e altri materiali infiammabili assieme a tanti altri rifiuti, creando così le condizioni per l’incendio di domenica pomeriggio, e mentre va avanti la discussione relativa alla delocalizzazione dell’azienda visto il secondo incendio in poco più di un anno, le buone notizie per la gente arrivano direttamente dalla qualità dell’aria.


Secondo le rilevazioni dell’Arpa, infatti, il livello di inquinamento nell’aria che respirano oltre ventimila persone (tra Ponte San Giovanni e dintorni) non sarebbe infatti schizzato a livelli di guardia, come invece si temeva nelle immediatezze del rogo ricordando anche l’esperienza dell’anno scorso. Va detto che un certo ottimismo filtrava già da domenica, dal momento che anche a occhio molti residenti sottolineavano come la colonna di fumo nero che si alzava dall’azienda fosse di intensità e livello minore rispetto al «cielo oscurato» del marzo 2019. Ma è chiaro che solo le rilevazioni dell’Arpa possono avere valore oggettivo.

Eccole: «Le prime analisi relative all’inquinamento dell’aria a seguito dell’incendio dell’impianto di trattamento rifiuti Biondi Recuperi Ecologia di Ponte San Giovanni non evidenziano valori anomali. Nello specifico il mezzo mobile per il monitoraggio della qualità dell’aria posizionato dai tecnici dell’Agenzia in prossimità del rogo ha misurato valori normali di PM10, benzene, monossido di carbonio e ossidi di azoto. Anche i microinquinanti organici (policlorobifenili, diossine e idrocarburi policiclici aromatici tra cui il benzo(a)pirene) rilevati dalle stazioni di monitoraggio fisse di Ponte San Giovanni e Torgiano-Brufa e dalla stazione mobile, hanno evidenziato valori di concentrazione inferiori o prossimi ai rispettivi limiti di quantificazione».


Insomma, un sospiro di sollievo. E va detto che, osservando i dati delle centraline dell’Arpa, quella di Ponte San Giovanni non sembra in generale fornire elementi particolarmente allarmanti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero