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Una sconfitta brutta e dichiarazioni forti dell'allenatore nel dopopartita. Il presidente arrabbiatissimo con lui e con la squadra, per la prestazione ma anche per le parole del mister verso chi scrive e parla di playoff. E mentre la Ternana ha imposto il silenzio ai tesserati, piomba di nuovo il gelo tra Stefano Bandecchi e Cristiano Lucarelli. Tra i due livornesi, un rapporto fatto ancora, a quanto pare, di alti e bassi. Oggi, più bassi che alti. Cominciato nella migliore delle aspettative con la prima stagione e i trionfi, continuato con un primo anno di serie B caratterizzato prima dall'appoggio reciproco e poi dalla percezione di qualche divergenza, sfociato quest'anno nella burrascosa stagione partita insieme con la condizione della firma di una lettera di intenti, arrivata all'esonero di Pisa e al ritorno di fiamma indotto solo dalle dimissioni di Aurelio Andreazzoli e dal suo consiglio di richiamare l'ex bomber. Adesso, lo stesso presidente, commentando sui social a chi gli scrive, si lascia andare a sfoghi e affermazioni palesi su come la pensa. Ma nel calderone, oltre a Lucarelli, finiscono tutto lo staff, la squadra e pure il direttore sportivo Luca Leone. Lucarelli se la prende con stampa, giornali, tv, radio, testate online, social. Non gli piace che si sia scritto che la Ternana sarebbe stata in zona playoff se avesse battuto il Venezia. Secondo lui, la squadra risente negativamente di questo. In un passaggio del dopogara ha pure affermato: «Io dicevo sin da domenica scorsa che non sarebbe stata questa la partita per avere delle aspettative, perché il Venezia è forte». Ecco. Allora, perché ha scelto di non parlare alla vigilia? Magari, se avesse parlato anziché restare in silenzio, avrebbe potuto consolidare questo suo concetto, che sarebbe stato riportato da tutti gli organi di informazione. E il suo presidente, adesso, gli manda a dire che deve «vergognarsi di dire certe cose», affermando che «o si è spiegato male, o non guarda le partite». Per Bandecchi, Lucarelli e lo staff hanno il 50% di responsabilità della sconfitta con il Venezia. «Usare certi argomenti - ha scritto - è da allenatori di serie C». Altra stoccata, stavolta generale,, quando ribadisce la volontà di una rivoluzione a giugno («farò ciò che devo»). In un altro commento, ha aggiunto che con il Venezia non c'erano né la squadra e né lo staff, ma ha sottolineato anche «l'assenza del direttore sportivo».
Il Messaggero