«La fiera del futuro»: tante proposte per immaginare la Terni di domani

Foto dal profilo Facebook di Marco Sciarrini (Cittadini Liberi)
TERNI         «La Fiera del Futuro» è una manifestazione che partirà nell’autunno 2020 per durare fino alla primavera...

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TERNI         «La Fiera del Futuro» è una manifestazione che partirà nell’autunno 2020 per durare fino alla primavera del 2021, costretta a reinventarsi per via dell’emergenza Covid ma non per questo meno originale. Promossa da Cittadini Liberi, la manifestazione ruota attorno alla presentazione del «Piano strategico per la rinascita di Terni», perché «la funzione nobile della politica è quella di progettare e contribuire a costruire il futuro della propria comunità». Il «Piano strategico» è frutto di un lavoro affrontato per gruppi di studio, con audizioni e approfondimenti tecnici che hanno coinvolto singoli cittadini ternani e associazioni. A causa del Coronavirus la fiera sarà riarticolata in singole iniziative tematiche: «i progetti saranno illustrati attraverso mostre, video, grafici, ricostruzioni in 3D e supporti multimediali, in un viaggio attraverso la possibile città di domani, grazie anche ad incontri con esperti e confronti con altre città». Moltissimi i temi che saranno affrontati, partendo dal piano urbano fino a quello regionale, come quello della città policentrica, organizzata in distretti territoriali, «che sposta i servizi e non i cittadini, usa le nuove tecnologie, valorizza il volontariato e promuove modelli moderni di partecipazione attiva al governo della cosa pubblica», o quello della sostenibilità e della qualità dell’aria. Nel processo di «smontaggio e rimontaggio della città» non poteva non essere considerata la risorsa cultura, con un occhio di riguardo ai servizi per le produzioni culturali locali e alla programmazione di grandi eventi culturali; il piano strategico per il turismo, inoltre, prevede di raddoppiare in cinque anni il numero dei turisti.

Secondo il progetto un rilancio significativo della città potrebbe avvenire rendendola «capitale degli sport minori», programmando una rete di grandi eventi sportivi e rendendo così questo settore uno dei nuovi settori turistici, ad esempio; altra tematica fondamentale, infine, è la proposta di un nuovo piano per il welfare che vada dai servizi sociali ai «servizi di solidarietà e prossimità». Se le città sono i nuclei centrali dello sviluppo dei nostri tempi, le città medie sono, sempre più, tessuti urbani complessi: da questa idea germoglia la «Città grande», il grande comune della conca, come dimensione ideale di visione e progettazione dello sviluppo e della gestione dei servizi sovracomunali, perché «nel nostro territorio i confini amministrativi delle diverse realtà comunali sono già superati dalla dinamica dell’economia, dai movimenti umani, dalla logistica e dalle infrastrutture, dall’istruzione, dall’organizzazione dei servizi e beni pubblici». Come farlo? Creando elementi di attrattività, come un polo universitario e ospedaliero, e pensando «oltre i confini», progettando corridoi strategici (ad esempio verso l’Adriatico) e rapporti con l’area metropolitana di Roma. E a livello regionale? Partendo dalla «crisi del regionalismo umbro» il «Piano strategico» propone una nuova ambiziosa architettura istituzionale dell’Umbria, quella dei territori, che arriva a contemplare una costituente della nuova regione, l’istituzione di ambiti territoriali integrati (i nuovi comprensori, le città grandi, le aree urbane) e una nuova legge elettorale regionale.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero