«Matrimonio di facciata»: Perugia, espulso boss dello spaccio

«Matrimonio di facciata»: Perugia, espulso boss dello spaccio
PERUGIA - Pugno duro contro clandestinità e spaccio di droga. La polizia ha espulso con accompagnamento immediato alla frontiera tre stranieri, tutti detenuti in carcere a...

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PERUGIA - Pugno duro contro clandestinità e spaccio di droga. La polizia ha espulso con accompagnamento immediato alla frontiera tre stranieri, tutti detenuti in carcere a Capanne.

Il primo, un albanese del ’66, aveva alle spalle una storia di ingressi illegali e reiterate espulsioni. Già espulso nel 2003, nel 2008 era stato arrestato perché rientrato in Italia violando le Frontiere. Destinatario di un nuovo provvedimento di espulsione, aveva cercato, però, successivamente di rientrare illegalmente, ma è stato bloccato a Fiumicino nel 2016 e respinto alla frontiera in Albania. Pochi mesi dopo veniva arrestato a Perugia dai carabinieri. In questa circostanza è stato condannato per reingresso illegale a 4 mesi di carcere. Avrebbe finito di scontare la pena il prossimo 20 marzo ma nel pomeriggio di ieri è stato imbarcato con volo diretto a Tirana, con espulsione quale misura alternativa alla detenzione .

Stessa sorte per un suo connazionale del ‘75, anch’egli in carcere per scontare una condanna a 2 anni e 4 mesi per associazione ai fini spaccio di stupefacenti. All’uscita dal carcere lo attendevano i poliziotti che lo hanno imbarcato sul volo diretto a Tirana.

Avrebbe, invece, finito di scontare la pena il prossimo luglio uno spacciatore tunisino del ‘77 che si è opposto in tutti i modi alla sua espulsione quale misura alternativa al carcere. Il suo legale ha impugnato il provvedimento rappresentando che lo straniero ha famiglia a Perugia e un matrimonio con una cittadina Italiana; ha così fatto richiesta di terminare il periodo detentivo in un carcere italiano anziché tornare in Tunisia da persona libera.

A nulla è valsa la sua opposizione: l’ufficio Immigrazione ha potuto dimostrare che il suo matrimonio era fittizio e la coppia non conviveva. Lo straniero è stato quindi prelevato dal carcere e scortato fino a Tunisi.I i poliziotti,  per la sua ferma opposizione al rimpatrio, lo hanno dovuto vigilare anche a bordo del velivolo. Se dovesse rientrare illegalmente sul territorio nazionale dovrà scontare in carcere la pena residua.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero