Immigrati e sicurezza a Terni «zone franche» l'allarme del sindaco

Leonardo Latini
La questione degli immigrati a Terni? «È arrivata a saturazione». Parole del sindaco Leonardo Latini che ieri mattina è intervenuto a La 7 nella...

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La questione degli immigrati a Terni? «È arrivata a saturazione». Parole del sindaco Leonardo Latini che ieri mattina è intervenuto a La 7 nella trasmissione Coffee Break in occasione di un dibattito su migranti, sicurezza e clandestini che ha preso spunto dall'ennesima tragedia che si è consumata a largo delle coste libiche dove ha perso la vita un bimbo di cinque anni, annegato insieme alla madre. «La questione - ha detto il primo cittadino rispondendo alla domanda la situazione a Terni qual è, che percezione c'è e quanti sono gli irregolari? - si è aggravata negli ultimi periodi fino a stabilizzarsi. È un dato di fatto che la città è arrivata a saturazione». Una situazione, ha aggiunto il sindaco leghista Latini, «che ha comportato la creazione di alcune zone franche, in cui addirittura i cittadini ternani, sono inibiti ad andare in determinate ore della notte e purtroppo qualche volta anche di giorno». Il tema sicurezza resta dunque in cima all'agenda politica del sindaco. «È necessario - ha aggiunto il sindaco Latini - che si intervenga in collaborazione con questore e prefetto per ricondurre la situazione a livelli di legalità normali». Un impegno, migliorare la sicurezza dei ternani, che Latini vuole mantenere. «Molto è stato fato, ma ci sono altre cose che abbiamo messo nel programma e vorremmo dare delle risposte in tempi abbastanza brevi».


Non solo sicurezza, però. Il primo cittadino ha anche ricordato agli ospiti in studio, tra cui il sindacalista Giorgio Cremaschi, che Terni è in dissesto e tra gli impegni in scadenza c'è l'approvazione del bilancio riequilibrato. «Abbiamo scadenze abbastanza per quanto riguarda i tempi per approvare il maggiore che ci darebbe libertà di movimento», ha detto Latini facendo capire con una battuta che passerà agosto a Palazzo Spada.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero