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PERUGIA - Nel mare dell'Umbria il turismo va a gonfie vele. Lo raccontano le presenze nelle piazze della regione e lo dicono anche i numeri: il Covid è solo un amaro ricordo e il Cuore verde ricomincia a battere forte, da Perugia a Terni, dal Trasimeno alla Valnerina, con il solo campanello di Orvieto che al momento suona a (pochi) salve. I numeri sono quelli di Agenzia Umbria ricerche che, con Giuseppe Coco, ha analizzato i flussi di presenze e arrivi in Umbria nei primi 9 mesi del 2023, con una comparazione degli anni pre pandemia che certificano l'appeal dell'Umbria, benedicono le scelte e gli investimenti fatti e danno indicazioni, se lette con attenzione, sul futuro.
Se la cavalcata del turismo in Umbria è iniziata nel 2022, secondo l'Aur la crescita del settore turistico anche da gennaio a settembre di quest'anno «prosegue imperterrita». «Le presenze turistiche dei primi 9 mesi del 2023 – è l'incipit dell'analisi di Coco - superano nettamente quelle dei corrispondenti mesi del triennio pre-covid. In valori assoluti, si va dai +531.634 rispetto al 2019 ai +1 milione e 120 mila rispetto al 2017; in termini di variazioni percentuali si oscilla dal +10,6% rispetto al 2019 al +25,3% rispetto al 2017».
I numeri parlano di un boom dagli oltre 640mila turisti di aprile ai 763mila e spicci di settembre, con il picco di agosto quando le presenze, in tutta la regione, hanno toccato quota 1.176.456 (a luglio erano state oltre 909mila e a giugno quasi 700mila). Il totale dei primi 9 mesi (oltre 5,5 milioni) è superiore al record dell'intero 2019, quando si chiuse a quota 5 milioni.
E anche gli arrivi turistici dei primi 9 mesi del 2023 «hanno superato nettamente quelli dei corrispondenti mesi del triennio pre-covid – sottolinea l'analisi di Agenzia Umbria ricerche -.
I COMPRENSORI
Quali sono i comprensori che tirano e attirano di più? Secondo l'elaborazione di Aur sui dati della Regione sulle statistiche sul turismo «confrontando le presenze turistiche dei primi 9 mesi del 2023 con quelle del 2019, i top tre per crescita in termini assoluti sono l’Assisano, il Perugino e il Ternano. I top cinque per crescita in termini percentuali sono nell’ordine l’Amerino, il Ternano, la Valnerina, l’Assisano, e lo Spoletino. Le aree che decrescono (di poco) rispetto al 2019 sono soltanto due». Cioè Eugubino e Orvietano. L'area di Assisi, tra turismo religioso e artistico, guida la classifica con un milione 177.556 presenze, seguito dal Perugino a quota 995.201 e poi dal Trasimeno a 809.484. L'area di Gubbio, invece, si ferma a poco meno di 265mila, ma con un 3,6 per cento in meno rispetto al 2019. Segno negativo anche per Orvieto, con meno 1505 presenze per uno 0,4 per cento da recuperare.
A leggere l'analisi di Aur, poi, sul versante degli arrivi turistici «i top cinque comprensori per crescita in termini assoluti sono l’Assisano, il Trasimeno, il Perugino, la Valnerina e il Ternano. I top cinque per crescita in termini percentuali sono nell’ordine l’Amerino, la Valnerina, il Trasimeno, il Ternano e l’Alta Valle del Tevere. Le aree che decrescono rispetto al 2019 sono tre». Precisamente Folignate, Tuderte e Orvietano, quest'ultimo secondo i dati «unico comprensorio che fa registrare, rispetto all’anno benchmark 2019, il segno meno sia sul fronte delle presenze che degli arrivi turistici».
E per il futuro? Secondo Aur il settore del turismo in Umbria «è in salute e ha ampi margini di crescita». Con il 2023 che «ha tutte le carte in regola, sia per superare le presenze turistiche del 2022, sia per avvicinarsi alla soglia dei 7 milioni». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero