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Tre giornate dal 4 al 6 febbraio 2024, trascorse sui luoghi degli orrori della persecuzione degli ebrei da parte dei nazisti. Atleti e sportivi, tra i quali il ternano primatista mondiale di apnea subacquea per disabili Fabrizio Pagani, hanno preso parte a questa spedizione. Iniziativa organizzata dal ministro per lo sport Andrea Abodi, l'Unione delle comunità ebraiche e la Comunità ebraica di Roma, per tenere vivo il ricordo di una pagina triste della storia dell'umanità, pochi giorni dopo la Giornata della memoria. 78 atleti olimpici italiani trasportati e accompagnati in volo con un velivolo dell'Aeronautica militare sui luoghi dei campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau. Il segnale di un ulteriore impegno da parte dello sport italiano in termini di responsabilità sociale, parità, non discriminazione e rispetto per la memoria storica.
«Le sensazioni che si provano lì dentro - racconta Pagani - sono di pace. Ma di una pace che vuole testimoniare la vittoria del bene sopra il male. Vedere oggi quei luoghi e immaginare quello che vi succedeva dentro, è difficile. Forse perché lo si pensa surreale, nei giorni nostri. Qualcosa che non dovrebbe mai appartenere all'essere umano, ma che invece è stata purtroppo una realtà e che ha annientato milioni di persone innocenti. Da qui, una forte emozione. Come se quel luogo che ha rappresentato anni tristi della nostra storia, oggi sia lì a farci riflettere tutti e a lasciarci in un certo senso persino increduli, spiazzati da come possa essersi verificato così tanto orrore». Pagani pensa anche ai giovani, con un suo invito proprio a loro: «Una visita lì, almeno una volta nella vita, va fatta. Anche perché i racconti delle guide turistiche sul luogo narrano e spiegano in maniera anche particolareggiata alcune circostanze e alcune situazioni non sempre riscontrate sui libri di storia». Importante, per il primatista mondiale umbro, il ruolo dello sport, anche nella memoria storica. «Il ruolo di noi atleti - dice - è stato quello di messaggeri di questo viaggio, chiamati proprio a trasmettere le emozioni e le immagini da noi raccolte. Lo sport ci unisce e supera tutte le barriere, soprattutto quelle razziali e di odio».
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