Un caseificio di “Casa Umbra” a Leskoc, così la Caritas aiuta il Kosovo

L'inaugurazione del caseificio
PERUGIA - Una nuova fase per un progetto cominciato nel 1999 in Kosovo grazie a dei volontari delle Carits di Umbria e Toscana. È Casa Umbra, struttura della Caritas aperta...

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PERUGIA - Una nuova fase per un progetto cominciato nel 1999 in Kosovo grazie a dei volontari delle Carits di Umbria e Toscana. È Casa Umbra, struttura della Caritas aperta a Leskoc per dare soccorso ai profughi. Oggi quella struttura, attiva più che mai, ha visto l'importante traguardo dell'inaugurazione di un caseificio che consente la lavorazione del latte prodotto nell'allevamento bovino e la commercializzazione dei suoi derivati. Il tutto grazie al sostegno economico e organizzativo del caseificio Fratelli Beneduce di Sant'Anastasia, nel napoletano, e alla collaborazione di alcuni carabinieri in servizio di polizia militare nella base italiana di Pristina. Una tappa importante di un percorso che, nella sua fase iniziale, ha visto protagonisti anche Massimo Mazzali e Cristina Giovanelli, la coppia che ha contribuito a dare vita alla casa Caritas di Leskoc e che ne è rimasta responsabile per oltre due decenni fino al 2020. Da un anno a questa parte Massimo e Cristina sono rientrati a Perugia, lasciando la custodia della casa a un'altra coppia di volontari, Rinaldo e Francesca. Alla base c'è stato un grande lavoro delle diocesi della regione che hanno supportato il progetto, fino a farlo diventare autonomo e «un posto meraviglioso e una grande esperienza di vita per i nostri giovani che vanno a fare volontariato», come ha sottolineato il direttore della Caritas di Perugia don Marco Briziarelli.

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Il Messaggero