L'appello del sindaco de Rebotti: «Il Pd deve essere coeso»

Francesco De Rebotti, sindaco di Narni
Un momento difficile per il Partito Democratico, per il partito del sindaco di Narni Francesco De Rebotti. E lo dimostra il suo appello accorato, lanciato poco prima...

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Un momento difficile per il Partito Democratico, per il partito del sindaco di Narni Francesco De Rebotti. E lo dimostra il suo appello accorato, lanciato poco prima dell’avvio delle discussioni congressuali, quando il Paese è alle prese con una situazione difficile, complessa, con implicazioni nuove e drammatiche. Critica i toni alti, la scarsa collaborazione verso il lavoro  degli amministratori, che si sono sobbarcati un compito immane, che si sono avviati verso una strada inesplorata, prendendosi responsabilità anche personali. «Al di là delle urla, delle campagne d’odio, della strumentalizzazione indegna quello che i cittadini hanno necessità di tornare a percepire, e sono sicuro a premiare, è l’impegno disinteressato e generoso per il bene comune. Lo stesso che ha motivato e reso sopportabile anche quel lockdown che ha rappresentato oggettivamente uno sforzo collettivo e condiviso per rispondere alla drammatica emergenza sanitaria. In questo contesto non possiamo correre il rischio, in Umbria, di celebrare un non congresso, fuori dalla realtà che stiamo vivendo, concentrati sul consenso numerico delle tessere. Questo piano non mi interessa, tanto meno penso siano utili le campagne di arruolamento distribuendo in anticipo ruoli e prebende o prefigurando e garantendo percorsi individuali».


Poi De Rebotti parla del suo partito: «Vorrei un Partito Democratico con un gruppo dirigente plurale, coeso, leale, competente e realmente competitivo. Coinvolgente e realmente impegnato a costruire una comunità politica con le stesse caratteristiche ed un’idea dell’Umbria alternativa a quella delle destre che rischia di isolare, incattivire e per tanti versi pregiudicare il futuro della regione. Non rinchiudiamoci in noi stessi, non isoliamoci con la convinzione che meno siamo, più fedeli siamo e meglio sarà.
In un momento storico, speriamo contingente, in cui sarà difficile già di per sé intercettare l'interesse e parlare alla comunità regionale. Rischiamo alienazione ed autoreferenzialità, il miglior scenario da consegnare alle destre. Per questo incontriamoci e discutiamo con franchezza, in molti e con il tempo necessario per questa straordinaria sfida, sulle idee che abbiamo per il nostro partito e sul futuro della nostra comunità regionale e dei suoi territori. Chiedo a chi ha a cuore questa comunità di mobilitarsi nel senso che ho provato a tratteggiare, promuovendo un appuntamento aperto e collettivo, condiviso e costruttivo.

Basta silenzi, individualismi esasperati, paure, elementi che già tanto male hanno prodotto. Perché nel frattempo tante forze genuine di questo partito, impegnate nelle istituzioni e non, il congresso invece lo stanno già celebrando ogni giorno riaprendo le scuole, garantendo i servizi, tenendo una mano sulla spalla alle nostre comunità, ai nostri cittadini. Che non voteranno al congresso ma che un giorno, spero, torneranno a guardarci con più fiducia. Se sapremo meritarlo ovviamente». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero