Assolta in Appello l’amministratrice che depredava i condomini di Terni

Assolta in Appello l’amministratrice che depredava i condomini di Terni
Nessuna volontà di sottrarre i beni al fisco ma operazioni necessarie che l'amministratrice di condominio, Sonia Ascani, 53 anni, ternana, molto nota per la sua...

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Nessuna volontà di sottrarre i beni al fisco ma operazioni necessarie che l'amministratrice di condominio, Sonia Ascani, 53 anni, ternana, molto nota per la sua professione, ha dovuto predisporre per far fronte alla separazione dal marito. Operazioni provate da una sfilza di documenti per dimostrare che gli atti contestati non volevano sottrarre beni al fisco ma erano la logica conseguenza di eventi familiari. Una ricostruzione, quella dell'avvocato Roberto Chiaranti, che ha convinto i giudici della corte d'appello di Perugia. Che, riformando la sentenza del gup del tribunale di Terni di un anno fa, hanno assolto la Ascani dalla accusa di evasione fiscale perché il fatto non sussiste. Revocando anche la confisca dell'immobile.


La Ascani è tuttora sotto processo con l'accusa distratto fondi a decine di condomini che amministrata e pende il giudizio della Cassazione. La donna era finita sotto processo, nel filone estorsione, in quanto «in qualità di esercente l'attività di amministrazione e gestione di beni immobili per conto terzi, al fine di sottrarsi al pagamento di imposte sui redditi o sul valore aggiunto quantificate in un milione e 349mila tra irpef, addizionali, irap e iva, compiva atti fraudolenti per rendere in tutto o in parte inefficace la procedura di riscossione coattiva».
In primo grado Sonia Ascani, finita nei guai anni fa e condannata per aver sottratto soldi a centinaia di condomini e poi incappata nella verifica fiscale della Guardia di Finanza, era stata condannata a dieci mesi e venti giorni di reclusione per evasione fiscale. Il giudice dispose anche la confisca di un immobile di pregio. Inevitabile il ricorso in Appello, predisposto da Roberto Chiaranti. Che in dieci pagine ha ricostruito le ragioni che, a suo dire, hanno spinto l'amministratrice di condominio a mutare il regime patrimoniale della famiglia. Per il legale alla separazione dei beni, che per l'accusa era sospetta, è seguita la separazione coniugale e la vendita di un appartamento e di un'auto erano legate anch'esse alla fine del matrimonio. La difesa della donna ha sostenuto poi che la sentenza della commissione tributaria a suo tempo impugnata era viziata ed erronea. E che il giudice del tribunale di Terni non avrebbe tenuto conto che, alla luce della sua nullità, gli avvisi di accertamento sono rimasti privi di effetti anche penali.

Elementi che hanno convinto la corte d'appello ad assolvere l'amministratrice di condominio con formula piena. E' ancora pendente in Cassazione il ricorso presentato da Chiaranti contro l'accusa di sottratto soldi ai condomini. La Ascani quattro anni fa si era vista infliggere dal tribunale di Terni venti mesi di reclusione e l'obbligo di risarcire le vittime dei raggiri (contestati i reati di truffa e appropriazione indebita) con provvisionali che superano i 500 mila euro. Condanna confermata per ora in appello.
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Il Messaggero