Il miracolo di Quarantena, il puledro nato da una mula

Il miracolo di Quarantena, il puledro nato da una mula
PERUGIA - Se non è proprio un miracolo, ci si avvicina. Visto che in tutto il mondo negli ultimi 500 anni è successo solo 60 volte: ha partorito una mula, animale...

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PERUGIA - Se non è proprio un miracolo, ci si avvicina. Visto che in tutto il mondo negli ultimi 500 anni è successo solo 60 volte: ha partorito una mula, animale ibrido notoriamente sterile.


La mula si chiama Tuona, l'asino amiatino che l'ha fecondata è Lampo e il loro puledrino, nato nel bel mezzo della pandemia, è stato battezzato Quarantena. Un bel puledro maschio venuto alla luce nella zona rurale di Tuscania in provincia di Viterbo, per un caso così raro che i ricercatori Stefano Capomaccio, genetista del Centro di Ricerca del cavallo sportivo, e Maurizio Monaci, ginecologo del Dipartimento di Medicina veterinaria dell’Università degli studi di Perugia, hanno avviato uno studio per comprendere come sia stato possibile. «Si tratta infatti di un fenomeno molto raro – sottolinea il professor Monaci -: il mulo è la prole ibrida tra una cavalla e un asino e dovrebbe essere sterile, ma non in questo caso». Il lieto e straordinario evento è avvenuto lo scorso 17 aprile, durante l’emergenza coronavirus, nella Fattoria di Redelmo e Luca Mattioli, appassionati allevatori di cavalli e muli da più generazioni. E la particolare famigliola è diventata un’attrazione locale, con tanti curiosi arrivati a vedere la rara creatura.
 

«Un cavallo ha 64 cromosomi e un asino ne ha 62, quindi un mulo rimane con 63, un numero irregolare che non può essere diviso in coppie: ciò dovrebbe impedire a un mulo di riprodursi  – aggiunge il professor Capomaccio -.  Stiamo dunque indagando, con tecnologie all’avanguardia, le cause della inusuale gravidanza a livello molecolare. Forse la scienza riuscirà a spiegarci il perché Quarantena somiglia un po' a un asino e un po' a un mulo, ma non esattamente ad uno di essi». «L'evento è così raro che i latini avevano coniato un proverbio Cum mula peperit, che significa appunto quando una mula potrà partorire - ha spiegato dottoressa Alessia Ciaramelli, ippiatra e specialista in neonatologia che ha assistito madre e figlio nelle fasi del post partum -. Quando accadde in Marocco, le popolazioni locali temevano che segnasse l’inizio della fine del mondo o, come in un villaggio dell’Albania, che l’evento fosse la progenie del diavolo». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero