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Fa il mentalista. Gira il mondo a portare alto il nome di Terni in un'arte che rientra nella magia. Aldo Aldini, sul palco, stupisce tutti perché legge nel pensiero e indovina tutto. Come fa? se lo chiedono molti, ma lui ha i segreti del suo mestiere. Intanto, ecco come ha vissuto il 2022 e cosa si attende dal 2023.
Aldini, Come è stato, il 2022?
«E' stato, per me, un anno di rinascita. Di ritorno alla normalità. Ma non soltanto per me. Nel nostro settore, quello degli artisti, gli stop alle attività per causa del Covid sono stati devastanti. Il nostro mondo è stato decisamente più penalizzato rispetto ad altri campi lavorativi. La ristorazione, magari, pur non potendo più fare "dieci", faceva comunque "uno". Che è sempre poco, sia chiaro. Noi, però, facevamo "zero". Significava non guadagnare nulla. Ci sono stati dei momenti in cui io mi chiedevo, addirittura, se una volta finito tutto il trambusto del Covid e delle restrizioni il mio lavoro sarebbe esistito ancora, oppure no. Per me, almeno, è stato tremendo. Ma in questo anno che se ne è andato via, il 2022, abbiamo assistito, per fortuna, a un graduale ritorno alla normalità».
C'è qualcosa, dell'anno vecchio ormai passato, che vorrebbe cancellare per sempre?
«Una su tutte, cioè la guerra scoppiata tra la Russia e l'Ucraina. Quella, cancellerei. Senza ombra di dubbio, proprio. Non c'entra nulla con la mia attività, lo so, ma è stata la cosa più brutta avvenuta in questo anno».
Ha un ricordo particolarmente bello e piacevole, dei precedenti dodici mesi?
«Ne ho tanti, in verità.
Ma da mentalista, potrebbe fare, adesso, una previsione per coma sarà il 2023?
«No, non potrei farla, naturalmente (sorride, ndr). Anche se pochi giorni fa, in uno spettacolo legato a una convention, mi è capitato di fare proprio una previsione. Ho, infatti, consegnato all'amministratore della ditta committente dello spettacolo proprio questa mia previsione, fatta alcuni giorni prima, nella quale avevo anticipato, scrivendoli prima, i titoli dei giornali poi usciti in quel giorno lì».
Ma in generale, cosa si attende, Lei, dal 2023? Cosa le piacerebbe vivere?
«Mi piacerebbe che tutto andasse sempre in miglioramento. Che tutti si possa vivere meglio e più felici. Oltre, naturalmente, che possiamo continuare sempre di più a riavvicinarci a quella che era la vita serena e spensierata di prima della pandemia Covid. E poi, il desiderio che ho, come già anticipato, è che finisca questa brutta guerra tra la Russia e l'Ucraina. Il mondo intero vuole pace, non vuole guerra. Anche perché abbiamo vissuto un periodo in cui, davvero, tra pandemia, guerre e altri problemi e disagi, sembrava quasi di vivere nel mezzo di una grande catastrofe».
Il nuovo anno, Le porterà anche nuovi spettacoli?
«Quello, sempre. Anche se dovrebbero essere spettacoli più privati che in spazi pubblici. Anche perché le aree di accesso al pubblico, ancora, non sono ripartite del tutto bene ovunque. Lavorerò prevalentemente per grosse aziende che mi chiamano per convention, conferenze, convegni. Conto di esibirmi davanti a quel pubblico, prevalentemente. Poi, gradualmente si ritornerà anche a fare più spettacoli in aree aperte al pubblico. Tipo i teatri, per esempio».
Aldo Aldini, ternano, ha 47 anni. E' figlio d'arte. Suo padre è l'illusionista "Haldin", comparso spesso su Rai e Mediaset con i suoi esperimenti di escapologia (evasione). Ha avuto l'ispirazione proprio seguendo le orme del papà. Ha cominciato la sua attività artistica praticamente da ragazzino, come prestigiatore, per poi passare a specializzarsi nel mentalismo. Ha ricevuto premi internazionali ed ha partecipato anche agli show televisivi "Italia's got talent" e "Tu si que vales".
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Il Messaggero