Il festival “Sacro Incanto" porta Bach, Mozart e Rossini, nelle chiese di Terni

Un festival in tre date nella settimana di Pasqua

Il festival “Sacro Incanto" porta Bach, Mozart e Rossini, nelle chiese di Terni
TERNI - “Sacro InCanto” torna ad accompagnare il Tempo di Pasqua. Il festival ideato dall’associazione InCanto per riportare la musica sacra nelle chiese del...

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TERNI - “Sacro InCanto” torna ad accompagnare il Tempo di Pasqua. Il festival ideato dall’associazione InCanto per riportare la musica sacra nelle chiese del territorio in occasione della settimana Santa, lancia tre date. Tre concerti ad ingresso gratuito. Il primo, sabato 25 marzo alle 17, 30 nella Collegiata di Santa Maria Maggiore di Collescipoli, con un programma che da una parte rievoca l’incontro a distanza tra due giganti della musica quali Bach e Mozart e dall’altra propone pagine di musica sacra di due importanti compositori contemporanei, l’italiano Marcello Panni e l’estone Arvo Pärt.

Johann Sebastian Bach morì nel 1750 e Wolfgang Amadeus Mozart nacque nel 1756. Quindi non poterono incontrarsi personalmente. Ma lo fecero attraverso la musica. «Ne è testimonianza la trascrizione per violino, viola e violoncello di alcune composizioni di Bach da parte di Mozart, precisamente le “Fughe del Clavicembalo ben temperato di Bach” e "Largo e Fuga dalla Sonata per organo n. 2”» - spiega la musicologa Silvia Paparelli. Brani che verranno eseguiti sabato 25 marzo dal “Labirinto Vocale” formato dal soprano Patrizia Polia, dal contralto Chiara Guglielmi, dal tenore Carlo Putelli, dal violinista David Simonacci, dal violista Lorenzo Rundo e dal violoncellista Marco Simonacci, con la partecipazione di Fabio Maestri al clavicembalo (dirige Marco Attura). Gli altri due concerti sono in calendario per sabato primo aprile (alle ore 21) nella chiesa di San Francesco a Terni e per domenica 2 aprile (alle 17, 30) nell’abbazia di San Nicolò a San Gemini.

«La Chiesa di San Francesco accoglierà la Petite messe solennelle (1863) di Rossini, capolavoro ineffabile dei suoi anni di ritiro dalle scene teatrali, "ultimo peccato mortale della mia vecchiaia" come la definì l’autore. Mentre nell’abbazia di San Nicolò trova la sua ideale cornice l’ “Ave Donna Chiara Stella” – spiega Silvia Paparelli - prima esecuzione moderna di un corpus di Canti francescani alla Vergine di Loreto per la risoluzione della peste provenienti dal manoscritto West. 84 di fine XV secolo, conservato alla Columbia University. La prestigiosa prima, che con enorme piacere offriamo al nostro pubblico, è frutto di un lavoro che coniuga l’aspetto storico-musicologico della ricerca di Francesco Zimei con quello filologico-interpretativo dell’Ensemble Micrologus, che si appresta a varcare il 40esimo anno della sua straordinaria attività». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero