Stop alle biciclette in Ast, operai in rivolta «Ritirate subito il provvedimento»

Stop alle biciclette in Ast, operai in rivolta «Ritirate subito il provvedimento»
IL CASO In viale Brin si sta costruendo una pista ciclabile, ma all'interno dell'Ast si vietano le biciclette. La direzione aziendale ha comunicato tale provvedimento, che...

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IL CASO

In viale Brin si sta costruendo una pista ciclabile, ma all'interno dell'Ast si vietano le biciclette. La direzione aziendale ha comunicato tale provvedimento, che scatterà verso metà novembre, alle Rsu adducendo ragioni di sicurezza, ma le nuove disposizioni non sono state prese favorevolmente dagli operai. «Non solo così finisce un'epoca - evidenzia Marco Bruni della Rsu della Fismic - ma non se ne capisce neanche l'utilità. Se si tratta di una questione di pericolosità si potrebbe creare un percorso ciclabile, ma non c'è neanche quello pedonale di percorso. Poi di questi grandi incidenti dentro lo stabilimento, di operai in bicicletta, io non ne ho memoria, forse negli ultimi dieci anni se ne potranno contare un paio e mai gravi».

La mobilità alternativa, quella green non troverà spazio in fabbrica. «Si parla tanto di green e poi si prendono certi provvedimenti. Un operaio che partiva da casa con la bicicletta per andare al lavoro così lo costringi a prendere la macchina perché altrimenti arriva davanti allo stabilimento e poi la deve parcheggiare fuori la bicicletta rischiando che gliela rubino. Per i lavoratori di Ast non poter entrare in bicicletta è un danno, certo non per tutti e per questo la percentuale di biciclette che circola in fabbrica non è altissima. Però per gli operai che stanno lontani dalla portineria è utile. Quelli che escono alle 12.30 dal magazzino centrale per arrivare in mensa, tra andare e tornare, ci impiegano 20 minuti abbondanti, gli accorciamo la pausa? Oppure vogliamo dirgli di alzarsi la mattina alle 4.30 per arrivare puntuali al lavoro? Anche per noi sindacalisti che dobbiamo coprire tutto lo stabilimento diventa più difficoltoso. Fino a poco tempo fa avevamo le biciclette aziendali, con tanto di logo. E qualcuno in fabbrica ancora ce l'ha». Allora da dove viene questa decisione? «All'inizio non l'hanno detto apertamente, poi c'è stata una persona che ha fatto un'affermazione, magari gli è uscito, che nello stabilimento di Cremona (sempre di proprietà del cavalier Arvedi) le biciclette non ci sono. Questo è un allineamento su Cremona». E non sembrerebbe essere il solo. «Anche la mensa sta per partire con un sistema nuovo di fornitura dei sacchetti, sia quelli classici che quelli caldi. Anche lì è uno stile molto simile a quello di Cremona, la stessa ditta che la gestisce lavora su Cremona. Stanno cercando di portare tutto quello che è il loro modo di lavorare a Terni».

Potrebbe essere penalizzante per lo stabilimento di viale Brin? «Io dico una cosa, prima eravamo un po' viziati'? Sì, però facevamo 1.400.000 tonnellate adesso ci stanno levando tutti i 'vizi' e ne facciamo 900.000». Intanto le Rsu hanno fatto una richiesta di incontro con la direzione aziendale per cercare di non abolire le bici in Ast.
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Il Messaggero