"Il Cappanno" di Orvieto. Deserto il bando della Provincia di Terni per la gestione del chiosco di Ciconia

"Il Cappanno" di Orvieto. Deserto il bando della Provincia di Terni per la gestione del chiosco di Ciconia
Non molti anni fa era un luogo caro agli orvietani, in particolare ai residenti nella frazione di Ciconia, oggi è praticamente abbandonato a sé stesso e nessuno, a...

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Non molti anni fa era un luogo caro agli orvietani, in particolare ai residenti nella frazione di Ciconia, oggi è praticamente abbandonato a sé stesso e nessuno, a quanto pare, vuole più investirci. E' il chiosco bar “Il Cappanno”, strategicamente collocato all'interno del Parco Urbano del Paglia ma anche al centro dell'area scolastica di via dei Tigli, a Ciconia.

Di proprietà della Provincia di Terni, “Il Cappanno” oggi pare non interessare più, tant'è che l'ultimo bando per la concessione della gestione del chiosco e dell'area giochi/svago che vi fa capo - bando che era in scadenza ad aprile – non c'è stata assegnazione, il bando è andato deserto.

Il chiosco nel tempo è passato di mano a vari gestori: tutti hanno cercato di dare la loro impronta al luogo, ma evidentemente non è bastato. Si è passati da un momento in cui il chiosco era un vero e proprio punto di riferimento per genitori e bambini, per i ragazzi, i giovani, gli studenti, con organizzazione di compleanni, feste, serate estive con musica e sport a periodi di puro stato vegetativo, e nel mezzo pure per una alluvione. Certamente gli anni della pandemia Covid non hanno aiutato; con gli eventi che si svolgevano nell'area tutti fermi, rimandati o sospesi, e con le scuole per lungo tempo chiuse, l'ultima gestione ha sentito probabilmente tutto il peso del momento storico-commerciale e non ha retto all'impatto, come del resto tante attività commerciali in città.

La Provincia di Terni, da parte sua, ha provato a rimetterlo in gioco tramite una nuova assegnazione attraverso l'emissione di una procedura aperta ad evidenza pubblica con il criterio del miglior prezzo per la locazione, un contratto per dieci anni che vedeva partire la base d'asta da 10.635 euro/anno. Ma niente, nessuna offerta è stata presentata ed è sfumata così l'occasione di tornare a credere ancora in un luogo che nel tempo si era ritagliato una importanza sociale, in una attività commerciale che ha avuto nel passato momenti migliori e una presenza costante di persone, specialmente famiglie e studenti.

E ora? Non è chiaro ancora se la Provincia di Terni provvederà a riemettere un nuovo bando, magari a base d'asta più bassa o con richieste di requisito diverse oppure se resterà in attesa di qualcuno che si faccia avanti. Quel che è certo è che nel frattempo il chiosco è chiuso da molti mesi, l'area giochi è in parte distrutta, la staccionata in legno è divelta in varie parti, insomma si tratta ormai di non-luogo che meriterebbe maggiore attenzione, se non altro per quello che è stato e potrebbe ancora essere, in particolare, per la comunità di Ciconia.

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Il Messaggero