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ASSISI Il vescovo di Assisi, monsignor Domenico Sorrentino ha scritto una lunga lettera "ai governati del popoli" per chiedere di costruire la pace nel solco dello spirito di Assisi. E offre la città come luogo degli incontri di pace tra Russia e Ucraina, tra Puntin e Zelensky. «Fratelli e sorelle, che vi trovate, a qualunque titolo, nel ruolo di governanti- scrive tra l'altro monsignor Sorrentino- con la responsabilità di prendere decisioni dalle quali dipende il presente e il futuro dell’umanità, vogliate ascoltare il grido che sale dalla coscienza che ci pone davanti al Dio eterno e misericordioso, mentre un’assurda guerra, scatenata con un’invasione, sta dilaniando due popoli fratelli in Ucraina, nel contesto di un mondo seminato di guerre spesso non meno disastrose ma più dimenticate. Occorre-scrive tra l'altro Sorrentino- continuare a credere, nonostante tutto, nelle risorse della diplomazia, intesa come esercizio del diritto, della ragione e del dialogo». Sorrentino propone così Assisi come sede dei colloqui di pace: «Se poi di un luogo carismatico si avesse bisogno, immagino che pochi luoghi al mondo possano vantare il fascino spirituale di questa Assisi, nella quale un ricco mercante otto secoli fa si spogliò di tutto, per appartenere solo a Dio e per essere, senza confini e senza misura, “fratello universale”. Ciò che i papi, da San Giovanni Paolo II in poi, hanno fatto in questi decenni, inaugurando in questa Città quel percorso di preghiera e di dialogo interreligioso, noto come “spirito di Assisi”, ne è testimonianza. Se dunque potesse essere utile un luogo come questo, nella sua anima ecclesiale, con la componente privilegiata dei figli di Francesco, ed anche – non ne dubito – nella sua componente civile, Assisi è pronta. In questa città benedetta assicuriamo, innanzitutto per le vittime, e poi per i governanti di Russia e Ucraina e per tutti i “reggitori dei popoli” chiamati a tessere le condizioni di un efficace tavolo della pace, la preghiera costante. Insieme garantiamo la “neutralità” necessaria per stare dalla parte delle vittime senza perdere fiducia nella capacità degli aggressori di tornare alla luce della ragione e del bene. A tutti il saluto-preghiera di San Francesco: «Il Signore vi dia la pace».
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Il Messaggero