Guardia medica sotto stress, protezioni inesistenti e aggressioni: «Cittadini aiutateci chiamando»

Guardia medica sotto stress, protezioni inesistenti e aggressioni: «Cittadini aiutateci chiamando»
TERNI Sono stati costretti a denunciare con un esposto ai carabinieri...

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TERNI Sono stati costretti a denunciare con un esposto ai carabinieri la donna uscita di casa malgrado si trovasse in isolamento fiduciario per farsi visitare negli ambulatori di viale Trento e che presentava tutti i sintomi riconducibili al Coronavirus. Un episodio che si è rivelato la classica goccia che ha fatto traboccare un vaso pieno di esasperazione per le condizioni in cui sono costretti lavorare, senza alcun tipo di protezione e con utenti sempre di più pressanti tanto da aver subito un'aggressione, con un paziente che ha sfondato la porta di entrata. Si tratta dei 39 medici della Guardia Medica del primo distretto che comprende oltre a Terni anche Acquasparta ed Arrone. Tanto che hanno deciso, dopo un veloce consulto tra di loro, di uscire allo scoperto e denunciare le gravi condizioni di lavoro in cui operano. «Dopo lo spiacevole episodio avvenuto il 15 Marzo con l'ingresso nella sede di Viale Trento di una paziente tenuta alla quarantena fiduciaria -scrivono in una lettera firmata da tutti i 39 medici - facciamo presente a tutta la comunità la situazione di estrema emergenza e pericolo in cui ci troviamo ad operare. Nonostante le insistenti richieste alla nostra direzione, siamo privi di ogni dispositivo di sicurezza individuale, anche le mascherine chirurgiche che ci erano state distribuite sono ormai da tempo terminate, abbiamo provveduto personalmente all'acquisto a nostre spese di alcuni dispositivi di sicurezza che siamo in attesa di ricevere. Privi di ogni protezione quindi ci troviamo a fronteggiare anche aggressioni, non solo di tipo verbale. La scorsa settimana un paziente innervosito dalla richieste motivate del medico, ha rotto con un pugno il vetro della porta di ingresso della sede, costringendo i colleghi del turno notturno a lavorare con l'accesso all'ambulatorio completamente libero. Chiediamo quindi un aiuto a tutta la cittadinanza, cerchiamo di essere uniti in questo momento così critico, non mettete in dubbio la nostra professionalità, siamo qui per voi e con voi nel consigliarvi di contattarci sempre telefonicamente prima di decidere di recarvi autonomamente in ambulatorio per visite non urgenti e prescrizioni di farmaci non salvavita che possono essere eseguite dal vostro medico di famiglia. Vi chiediamo di non mentire al momento del colloquio per non mettere la vostra e la nostra salute in estremo pericolo».

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Il Messaggero