Green pass, la rabbia dei ristoratori i locali stanno registrando un calo elle prenotazioni, anche per Ferragosto

Green pass, la rabbia dei ristoratori i locali stanno registrando un calo elle prenotazioni, anche per Ferragosto
TERNI Piovono disdette nei ristoranti ternani. L'obbligo del green pass per chi vuole mangiare al chiuso sta provocando un calo di lavoro per i titolari dei pubblici esercizi,...

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TERNI Piovono disdette nei ristoranti ternani. L'obbligo del green pass per chi vuole mangiare al chiuso sta provocando un calo di lavoro per i titolari dei pubblici esercizi, soprattutto quelli del centro storico. «Ieri sera ho dovuto rifiutare due prenotazioni importanti, si trattava di comitive che volevano mangiare all'aperto dal momento che qualcuno dei conviviali era sprovvisto della certificazione verde - dichiara Federico Li Gobbi (Ristorante Piazzetta) e avendo pochissimi tavoli all'esterno non ho potuto soddisfare le loro richieste». «E' un peccato, perché ce la stiamo mettendo tutta per riprenderci. Anche quelli di noi che abitualmente restavano chiusi in agosto, hanno deciso di lavorare nel mese più caldo dell'anno contando sulla possibilità di ospitare le persone nelle sale climatizzate sottolinea Li Gobbi solo che ci stiamo rendendo conto che il green pass rappresenta un ostacolo».


Non c'è famiglia, a Terni, che non abbia almeno un componente non vaccinato e che dovrà attendere, per pranzare riunita al ristorante. Per quei nuclei con un figlio adolescente, la sola possibilità di passare il Ferragosto insieme, sarà sotto il sole in una città da bollino rosso. «Il problema si sentirà soprattutto in autunno - interviene Alessandro Paolucci (Ristò da Ale) - quando verranno le piogge e l'alternativa di mangiare all'aperto non ci sarà più». Dovranno cambiare tutto di nuovo, i ristoratori ternani, e puntare sui pranzi di lavoro anziché su quelli della domenica. Intanto prendono dimestichezza con l'applicazione VerificaC19 , che permette loro di controllare la validità dei green pass esibiti all'ingresso dei locali. «Fino ad ora non ho avuto intoppi, tutti i certificati sono risultati validi e non ho avuto motivo di dubitare dell'identità dei clienti spiega Li Gobbi perciò non ho chiesto a nessuno di esibire un documento aggiuntivo».

Stessa cosa per Alessandro Paolucci: «Non ho fatto altro che scansionare i certificati, perché sono venute a mangiare da me tutte persone che conosco e che sono molto rispettose delle regole». «Nel mio caso, con cinquanta posti all'esterno e altrettanti all'interno non fatico a lavorare - aggiunge Paolucci perché chi non ha ancora scaricato il green pass può sedersi all'esterno, ma capisco le difficoltà di chi non ha i miei stessi spazi». In Valnerina più di un oste ha dovuto rimandare a casa persone in possesso di green pass che l'applicazione non riconosceva. Residenti guariti dal Covid-19, i cui dati non erano stati trasmessi alla piattaforma nazionale e che per una anomalia informatica si trovavano in possesso di un certificato inutile. Le cose vanno meglio se ci si sposta verso la Cascata delle Marmore o verso il lago di Piediluco. Cristina Corsetti, della Trattoria Teresa, dichiara: «Siamo pieni sia a pranzo che a cena, per Ferragosto. L'introduzione dell'obbligo di green pass per chi consuma un pasto al chiuso, ci ha costretti a rifiutare qualche prenotazione, perché non abbiamo tanti spazi esterni e se non si è vaccinati non ci si può sedere all'interno della trattoria. Con l'accelerazione della campagna d'immunizzazione ci auguriamo di tornare presto a servire i nostri clienti con maggiore serenità».
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Il Messaggero