Grandine, vento e pioggia: agricoltura in ginocchio in Umbria. Decine di denunce alle assicurazioni in poche ore

Grandine, vento e pioggia: agricoltura in ginocchio in Umbria. Decine di denunce alle assicurazioni in poche ore
PERUGIA - Almeno trecento aziende in ginocchio. Con le colture e le produzioni messe in grave crisi, se non praticamente piegate, dall'ondata di maltempo che in 72 ore ha...

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PERUGIA - Almeno trecento aziende in ginocchio. Con le colture e le produzioni messe in grave crisi, se non praticamente piegate, dall'ondata di maltempo che in 72 ore ha rovesciato una quantità di pioggia superiore a quella delle ultime settimane creando inevitabilmente danni pari alla siccità che fin qui aveva martoriato terreni e coltivazioni.


La conta, o per meglio dire la stima, del cataclisma per l'agricoltura regionale arriva incrociando dati e parole di Coldiretti con il numero abnorme di denunce e pratiche aperte proprio in queste ore nelle agenzie assicurative. Tanto per fare un esempio: solo in una delle principali agenzie di Perugia al pomeriggio di ieri erano oltre cinquanta le denunce aperte, da giovedì mattina, per danni legati al maltempo e la maggior parte legata proprio ad aziende e attività agricole.

Un numero impressionante. Come altrettanto impressionante è stata la tempesta di pioggia e grandine mista a vento che si è abbattuta ieri su Perugia e hinterland intorno alle due del pomeriggio. Una specie di tempesta caraibica andata avanti quasi un'ora: Downburst, dicono gli esperti di Perugiameteo.it, è il termine tecnico di quanto tanta gente ha osservato a bocca aperta e anche con una certa preoccupazione, quando il vento ha piegato paurosamente alberi e rami e la pioggia ha iniziato ad allagare strade e sottopassi. Almeno una ventina, le emergenze cui hanno fatto fronte i vigili del fuoco nel capoluogo ma anche verso il Trasimeno e in Altotevere. In particolare, gli interventi hanno riguardato strade ostruite dalla caduta di alberi e grossi rami. Nel tardo pomeriggio di ieri alcune strade cittadine, come nella zona di San Vetturino, erano ancora difficilmente transitabili con i pompieri al lavoro.
A proposito di maltempo, come detto l'allerta da Coldiretti è stata lanciata in modo forte e chiaro. Disagi e danni al settore agricolo, ad ortaggi, grano, su alcuni vigneti e strutture. È quanto emerge da un primo monitoraggio della Coldiretti regionale sulla perturbazione che si è abbattuta ieri pomeriggio sull’Umbria.
«L’acqua, “salutata” con favore in tante zone, era attesa da settimane, ma per essere di sollievo la pioggia - spiega Coldiretti - deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, mentre i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente, provocano danni». «Dopo la siccità di questi mesi - riferisce Coldiretti - che mette a rischio le rese produttive, il maltempo è arrivato in un momento particolarmente delicato per l’inizio della raccolta dei prodotti agricoli. È la grandine la più temuta in questo periodo nelle campagne perché provoca perdite irreversibili alle coltivazioni nei campi, mandando in fumo un intero anno di lavoro. In campo ci sono le coltivazioni di grano, girasole, mais, ma anche foraggi per l’alimentazione degli animali e altri cereali, gli ortaggi e la frutta, importanti per assicurare la produzione di cibo Made in Italy sulle tavole in un momento peraltro difficile a causa della guerra in Ucraina e dei rincari».
Il monitoraggio fatto dall'associazione in diverse aziende agricole regionali ha messo in evidenza come molte coltivazioni di pomodori, peperoni, melanzane e insalata siano state quasi interamente danneggiate dal passaggio della grandine, che tra mercoledì pomeriggio e ieri si è abbattuta anche più volte su campi e terreni.


«Siamo di fronte in Italia alle conseguenze dei cambiamenti climatici con il moltiplicarsi di eventi estremi e una tendenza alla tropicalizzazione con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. Il risultato – concludono da  Coldiretti - è un conto per l’agricoltura di 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero