Giove, aiuti regionali. Il Sindaco rendiconta i rimborsi, poco più di mille euro. «Ancora senza esito la promessa sui generi alimentari»

Giove, aiuti regionali. Il Sindaco rendiconta i rimborsi, poco più di mille euro. «Ancora senza esito la promessa sui generi alimentari»
GIOVE - 1.386,22 euro al posto dei 15.000 richiesti. Ricevute alla...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
GIOVE - 1.386,22 euro al posto dei 15.000 richiesti. Ricevute alla mano, è questa la somma che la Regione rimborserà al Comune di Giove per le attività e i servizi svolti a favore della popolazione durante i 24 giorni di zona rossa. "Ci tengo a precisare - ha scritto il sindaco Alvaro Parca nella lettera inviata in Regione- che qui stiamo parlando del rimborso delle spese sostenute in seguito alle ordinanze Regionali 11, 17 e 21 del 2020 (consegna di generi alimentari e medicinali alle persone in isolamento contumaciale e fiduciario durante la zona rossa ndr)  di cui il comune di Giove è stato oggetto. Cosa assolutamente diversa dalla nostra richiesta di contributi in beni alimentari e di prima necessità trasmessavi con email dello scorso 28 aprile e rimasta tutt'ora senza esito". Le vicenda è iniziata lo scorso 23 aprile, quando Parca riceve la telefonata dal capo di gabinetto della Regione che gli annuncia il prolungamento della zona rossa. In quel frangente il sindaco di Giove richiede esplicitamente aiuti economici, circa 15.000 euro, per fronteggiare le crescenti difficoltà delle famiglie impossibilitate a lavorare a causa dell'isolamento. Dopo una verifica preliminare da parte degli organi regionali, al posto dei soldi emerge la possibilità di ricevere generi alimentari. "Mi è stato richiesto l'invio di una lista della spesa -precisa Parca- che ho inoltrato in data 28 aprile". Dopo qualche giorno lo stesso Sindaco chiama il capo della protezione civile Borislav Vujovic per avere notizie sulle tempistiche e modalità di fornitura. "Durante la telefonata però - ha precisato ancora Parca- viene fuori che anche su quel fronte ci sono difficoltà. Mi viene detto che in Regione stavano lavorando per ottenere qualche donazione da grandi distributori". Dopo aver atteso invano quasi due settimane, il sindaco decide di lanciare SoSteniamoci, una colletta cittadina. "Abbiamo quasi quaranta famiglie- spiega- che non riescono più a mettere il piatto a tavola. Come Comune abbiamo messo circa 3000 euro a disposizione della parrocchia ma  sono finiti. Idem i fondi governativi per i buoni spesa". Il 13 maggio sulla scrivania del sindaco Parca arriva la lettera della Regione in cui si chiede una rendicontazione delle spese sui servizi svolti in riferimento alle ordinanze per poter procedere al rimborso. "In merito agli oneri a carico del Dipartimento di Protezione Civile per l'assistenza alla popolazione ed altre spese di protezione civile, si richiede di comunicare ai fini del rimborso delle stesse, le spese sostenute rientranti nelle seguenti voci: assistenza domiciliare alle persone in quarantena la quale include distribuzione di generi alimentari e di igiene personale e distribuzione medicinali alle persone a domicilio, la quale include servizi di trasporto e spese carburante".  Al documento, ha risposto lo stesso Sindaco con una lettera inviata alla Regione venerdì. "L'assistenza domiciliare - si legge -  alle persone in quarantena è stata effettuata in forma gratuita dai volontari della Protezione Civile. L'assistenza è stata limitata quindi al servizio di acquisto e consegna a domicilio di beni alimentari e medicinali, che in entrambi i casi, sono stati pagati dai richiedenti. Va da sè che questo rimborso non può considerarsi risolutivo delle necessità ancora in essere".
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero