Giovane di 14 anni violentata a una festa di compleanno: condannato lo stupratore

Giovane di 14 anni violentata a una festa di compleanno: condannato lo stupratore
Il tribunale collegiale di Perugia ha condannato un giovane di 25 anni a tre anni e quattro mesi di carcere. All'esito del processo penale è stato ritenuto responsabile...

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Il tribunale collegiale di Perugia ha condannato un giovane di 25 anni a tre anni e quattro mesi di carcere. All'esito del processo penale è stato ritenuto responsabile di aver violentanto la sera del 5 agosto 2018 una studentessa di 14 anni conosciuta a una festa di compleanno. Secondo la ricostruzione i due si erano conosciuti quella calda sera d'estate durante la quale la vittima era stata stuprata - si legge nell'avviso di conclusione delle indagini preliminari - «in un luogo appartato tra le siepi» fuori da un circolo sportivo di Assisi. La quattordicenne, «visibilmente ubriaca» - scrive il pubblico ministero - era stata costretta a «subìre rapporti sessuali contro la volontà» da parte dell’imputato, che all’epoca aveva vent'anni, il quale durante l’atto sessuale le aveva «bloccato i polsi dietro la schiena» facendo in modo di «impedirle di parlare o chiedere aiuto». La ragazzina «piangeva a dirotto» ed era stata «lasciata a terra» dall’imputato che se ne era andato «senza profferire verbo». 

A quasi cinque anni di distanza dai fatti è arrivata la sentenza emessa dai giudici Carla Maria Giangamboni, Serena Ciliberto ed Edoardo Esposito. La Procura della Repubblica, attraverso il procuratore Raffaele Cantone, aveva avanzato una richiesta di condanna a quattro anni di carcere, ridotta a tre anni e quattro mesi dal collegio. Per quanto riguarda il risarcimento la vittima e la famiglia, assistiti dall’avvocato Delfo Berretti, faranno valere i loro diritti in sede civile: per il momento hanno ottenuto una provvisionale di 10 mila euro. L’imputato, difeso dagli avvocati Alessia Arcangeli e Stefania Segatori, valuteranno se proporre ricorso in appello tra 90 giorni dopo aver letto le motivazioni della decisione. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero