Gerardo Dottori in Bielorussia con Chagall, Soutine e Khodasevich

Gerardo Dottori in Bielorussia con Chagall, Soutine e Khodasevich
La cultura, l'arte, sono storicamente linguaggio universale che...

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La cultura, l'arte, sono storicamente linguaggio universale che supera barriere linguistiche, antropologiche e ideologiche in grado di rendere le preziosità della creatività umana alla portata di tutti, così che le opere d'arte diventano messaggi di serenità e di bellezza. Questo è il monito che porta con se la mostra di "DOTTORI, CHAGALL, SOUTINE, KHODASEVICH-LEGER, DINAMISMI, ESPRESSIONE, SEGNI E SOGNI, SGUARDO SULL’ARTE DEL PRIMO NOVECENTO FRA ITALIA E BIELORUSSIA", che si è aperta ieri al Museo Nazionale delle Belle Arti di Minsk, alla presenza di S.E. l’Ambasciatore Stefano Bianchi, l’Assessore alla Cultura Teresa Severini e del Curatore Massimo Duranti. Nell’occasione della felice circostanza dell’Anno della Cultura Italiana in Bielorussia, indetto in coincidenza con il venticinquesimo anniversario dell’avvio dei rapporti diplomatici fra i due paesi, è stato realizzato un evento artistico che presenta, in un inedito e forse irripetibile incontro, uno dei protagonisti del Futurismo, Gerardo Dottori, e tre eccellenze artistiche della prima metà del '900 originarie della Bielorussia: Chagall, Soutine, Khodasevich. Originale incontro, con protagonisti di stagioni e temperie differenti, sviluppatesi lontane fra loro e maturate nel tempo con affinità di ricerca del nuovo, almeno per Dottori, Soutine e la Khodasevich, ma forse anche per la poesia sognata di Chagall che si coniuga con quella del paesaggio dottoriano. Ma in questo loro incontrarsi non c’è nessuna ambizione di trovare analogie espressive. Chagall e Soutine erano ebrei, di famiglie numerose e povere, dunque segnati nell’infanzia, più nel male che nel bene. Anche Dottori veniva da una famiglia povera e per di più perse la madre alla nascita della sorella. La povertà, insieme ai racconti della Bibbia, fu maieutica in Chagall della sua accentuata fantasia fiabesca e onirica insieme. Soutine maturò nell’infanzia l’introversione che caratterizzerà tutta la sua vita e che espresse con comportamenti rudi, con una materia cromatica robusta e con forme spesso distorte. La Khodasevich, anche lei di povera famiglia, ebbe la fortuna di iniziare a studiare con Malevich e allora l’impronta avanguardista è ben precisa fin dall’inizio della sua vicenda artistica. Poi è vissuta solo con la pittura, i pittori e gli allievi pittori. Ventuno opere che sanno dialogare tra loro perché figlie delle Avanguardie europee, che si esprimono in tutta la loro forza, immerse nelle sale del Museo delle Belle Arti di Minsk.
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Il Messaggero