Franco, Walter, Rita e Stephen: ecco chi porta a Perugia chili di eroina dalla Cina

Franco, Walter, Rita e Stephen: ecco chi porta a Perugia chili di eroina dalla Cina
PERUGIA - Franco, come il Lucas dell'American Gangster di Ridley Scott. E poi Walter, Rita e Stephen. Eccola la banda del «padrone della città», il...

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PERUGIA - Franco, come il Lucas dell'American Gangster di Ridley Scott. E poi Walter, Rita e Stephen. Eccola la banda del «padrone della città», il «più grande di tutti gli spacciatori», finita in carcere nell'ultima operazione dei carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Perugia, che insieme ai militari delle Compagnie di Perugia, Città di Castello, Città della Pieve, Assisi e Spoleto e il supporto di unità cinofile della guardia di finanza, hanno arrestato l'altro giorno i quattro cittadini di origine nigeriana accusati «di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e di detenzione e spaccio di ingenti quantitativi di eroina».

Tutti residenti in città, secondo le accuse, avrebbero gestito – come riassunto nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice Valerio D'Andria – un'associazione che «nel corso degli anni, anche attraverso la partecipazione di altre persone, importava in Perugia e distribuiva grandi quantitativi di eroina». Un'associazione sgomitata grazie a intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre che servizi di osservazione, pedinamenti, perquisizioni e sequestri, compreso quello che ha portato a trovare in un appartamento di via del Lavoro oltre otto chili di droga. Anche poco, considerando le referenze del 44enne considerato il capo della banda, sentite dai carabinieri nelle intercettazioni: «Dopo Franco c'è quel personaggio che hanno arrestato con 12 chili. È il numero uno di questa città, può avere fino a 30 chilogrammi in casa».
«Prendo quattro torce e una lampada», dicevano gli indagati al telefono per non far capire parlassero di droga in caso di intercettazione. E invece, scrive D'Andria, proprio «le attività di intercettazione fornivano importantissimi elementi indiziari», insieme ovviamente allo stupefacente trovato, per esempio, nascosto in un trolley e in uno zaino.


E il personaggio centrale resta sempre Franco, nome d’arte per citazione cinematografica conquistato sul campo – secondo le accuse della procura diretta da Raffaele Cantone – ispirandosi proprio al protagonista del film per la conduzione dell’attività criminale. Una conduzione familiare che faceva storcere il naso ai sodali per quei chili di droga arrivati a Perugia dalla Cina: «L'errore di Nicolas (il suo vero nome, ndr) è che lui fa affari solo in famiglia, senza coinvolgere persone esterne», dicono Rita e Walter del presunto capo «a cui viene rimproverata un'eccessiva avidità». Valutazioni su cui al momento tutti ragionano dal carcere di Capanne. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero