Fontivegge “scoppia” di droga: dosi abbandonate dopo l'uso e stagnola sulla via per il parco dei bambini

Dosi di droga sulle scale a Fontivegge
PERUGIA - Un papà e il suo bambino percorrono le scalette dietro via Mario Angeloni, in direzione Verbanella, alla ricerca di un po' di fresco dove giocare....

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

PERUGIA - Un papà e il suo bambino percorrono le scalette dietro via Mario Angeloni, in direzione Verbanella, alla ricerca di un po' di fresco dove giocare. «Papà, guarda quanti pop pop hanno fatto scoppiare». Il bimbo è attirato dalle carte bianche che si trovano in gran quantità sugli scalini: piccoli sacchettini arrotolati in cima adesso aperti e abbandonati agli angoli della pedata. Il padre stringe forte la mano del figlio e con vigore lo invita a proseguire oltre.

Perché l'occhio attento di un uomo abituato agli abusi di Fontivegge sa che quelli non sono affatto miniciccioli, i piccoli petardi che scoppiano appunto facendo “pop pop” se si lanciano a terra. No, quelle sono chiaramente dosi di droga, aperte, probabilmente usate, buttando a terra il loro involucro. E ce ne sono decine lungo la strada che unisce e costeggia l'area tra Fontivegge e il parco cittadino, fin sotto l'ex deposito Gesenu e via XX Settembre. E se il papà magari fosse stato troppo apprensivo, ci sono anche pezzi di carta stagnola che tradiscono l'effettivo contenuto di quel rivestimento leggero, dalla forma fin troppo conosciuta da chi bazzica la zona della stazione. Dosi di eroina e cocaina in gran quantità, vendute e subito usate, oppure nascoste in altro modo per evitare i controlli delle forze dell'ordine. Che non mollano davanti agli ultimi appelli dei residenti per restituire dignità e vivibilità al quartiere, ancora purtroppo sotto scacco di tossici e spacciatori, con le compravendite h24, negli atri e all'interno dei portoni. Con i disperati in cerca di una dose che basta una passeggiata senza dare nell'occhio per notare: occhi spenti e pronti a tutto.


E così, mentre c'è una Fontivegge che resiste, fatta magari di residenti stanchi ma che non chiudono gli occhi, c'è una Fontivegge che prova a rialzare la testa con l'aiuto di Comune e forze di polizia, tra controlli e aree come skate park o la Casa degli artisti con l'omaggio di David Tremlett appena inaugurata solo dall'altra parte di via Angeloni e via Cortonese. Per non lasciare che la zona della stazione diventi solo un ricettacolo di balordi, come quelli che appena arriva l'estate usano le Fonti di Veggio come lavacro per le loro abluzioni. Li si nota spesso, ormai, c'è chi è riuscito anche a fotografarne qualcuno intento nella pulizia quotidiana. Peccato che quello non sia il bagno della propria abitazione ma un'opera del diciassettesimo secolo, simbolo di Fontivegge, a cui tra l'altro dà il nome. «C'è chi ci ha fatto lo shampoo pochi giorni fa e addirittura il bidet lo scorso anno», ricorda Giulietto Albioni, occhi attento di Fontivegge. Un peccato. Che il quartiere, nessun quartiere, merita. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero