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Le tessere dei mosaici della fontana di Piazza Tacito per ora rimangono “scolorite”. L’operazione di rimozione della patina che vi è comparsa è stata differita rispetto a quella già eseguita su catino e castello. Una patina dovuta, come ha spiegato l’assessora ai lavori pubblici Benedetta Salvati, al calcare. La perdita di colore delle tessere, a pochi mesi dall’inaugurazione, aveva creato preoccupazione anche tra i cittadini, e per questo la vicesindaco si è affrettata a rassicurare che le analisi effettuate sul materiale, che si è depositato, hanno dimostrato che si tratta di calcare. «Un fenomeno riconducibile all’esposizione della fontana – ha spiegato Benedetta Salvati – agli agenti atmosferici esterni come la pioggia» e «alle polveri di sollevamento dovute al forte carico di traffico tipico della piazza stessa».
«Sebbene questa patina sia stata facilmente rimossa dal catino e dal castello – ha aggiunto l’assessora - abbiamo ritenuto utile differire l’asportazione sulle tessere lapidee ad un successivo intervento, per poter completare il test di verifica e individuare, sulla base del uno studio più approfondito, come mettere in atto un efficace programma ciclico di manutenzioni, per evitare tecniche di asportazione invasive dei depositi e studiare le migliori soluzioni per proteggere efficacemente le superfici lapidee, che comunque in relazione alla matrice non sono state danneggiate, perché presentano inalterato lo spessore e le caratteristiche materiche di natura fisica, chimica e meccanica».
Quello del deposito di calcare è un problema con cui la fontana dello Zodiaco è costretta a convivere.
Il problema del calcare rimanda alla questione dell’acqua, in particolare al primo riempimento dei circuiti idrici in vista dell’accensione di dicembre. «Il primo riempimento dei circuiti di adduzione per un volume totale di circa 80 metri cubi è stato effettuato con acqua industriale demineralizzata donata da Ast e trasportata in sito da autobotti di loro proprietà – ha spiegato l’assessora ai lavori pubblici - La necessità di utilizzare acqua demineralizzata rispetto all’acqua di rete, che nel nostro Comune risulta fortemente calcarea, è stata una scelta tecnica mirata, attuata per tutelare nella maniera migliore possibile la superfice dei mosaici. L’acqua donata è stata comunque regolarmente e preventivamente sottoposta a verifica tramite analisi chimiche che hanno permesso di accertare l’effettiva assenza di minerali e di sostanze che avrebbero potuto danneggiare i mosaici, il catino e il castello».
Per il nuovo riempimento della fontana, successivo alla prima manutenzione, però, «invece di tornare ad utilizzare acqua demineralizzata – ha detto Benedetta Salvati - è stato deciso di utilizzare l’acqua di rete».
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