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FOLIGNO - «Quelle utenze non sono le mie». In tempi di crisi e di caro bollette c’è chi, da un punto di vista della commissione dei reati, affina le strategie per colpire le vittime. Quindi, occhio alla truffa via web e che nasce dai dati che gli stessi utenti dei social lasciano pubblici. E ci scappa pure chi si ritrova titolare a sua insaputa di utenze di gas, luce e acqua, attivate a sua insaputa, dopo l’ennesima bolletta non pagata rischia pure di trasformarsi in cattivo pagatore. La nuova frontiera del raggiro si basa su ciò che i singoli utenti dei social decidono di non “nascondere” in rete. Da qui l’invito della polizia ad evitare di comunicare dati che vanno oltre il nome e cognome e che possono comprende data e luogo di nascita, luogo di residenza e via dicendo. Malandrini, navigatori della rete con quei dati possono attivare contratti per utenze domestiche carte ricaricabili e conti online usati spesso per far transitare somme di denaro fino a 500 euro e pure qualche scheda telefonica. Il tutto con le conseguenti, e potenzialmente pesanti, conseguenze di legge cui la vittima si troverà a dover fare i conti non entrandoci nulla con i fatti contestati. Polizia e l’Abi, proprio per prevenire questo tipo di truffe e in particolare quelle messe a segno violando i dati personali hanno stilato un vademecum in 12 punti contro le truffe online. Quindi in caso di smarrimento o furto di documenti personali, recarsi immediatamente denuncia; va fatta molta attenzione nello smaltimento della documentazione cartacea che contiene informazioni personali è opportuno rendere illeggibili i dati sensibili riportati nei documenti prima di cestinarli; proteggere con cura le credenziali di accesso ai conti online e i codici delle carte di credito e/o di debito e tutti gli altri codici di accesso; salvaguardare le proprie carte di pagamento dotate di tecnologia come il “contactless”, con custodie schermate per ridurre al minimo la possibilità di essere vittime di truffe che prevedano la lettura del chip e Nfc; cambiare frequentemente le credenziali di accesso (le password) per entrare nei conti online ed evitare di utilizzare password che potrebbero essere facilmente individuate dai frodatori; è importante imparare a riconoscere i messaggi autentici dai messaggi fraudolenti. Le banche: non chiedono mai, né tramite posta elettronica, né telefonicamente, né con messaggi sms, le credenziali di accesso al conto e i codici delle carte del cliente; ogni volta che si usa un computer pubblico per accedere al proprio conto online, occorre poi ricordarsi di chiudere la sessione (logout); i messaggi fraudolenti contengono spesso link malevoli o collegamenti per reindirizzare l’utente su siti clone.
Il Messaggero