Foligno, lo sport ha reso omaggio al Patrono San Feliciano

Foligno, lo sport ha reso omaggio al Patrono San Feliciano
FOLIGNO - Lo sport ha reso omaggio al Patrono San Feliciano.  «Lo sport è stato un’arma per la mia problematica e mi ha dato l’approccio giusto per...

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FOLIGNO - Lo sport ha reso omaggio al Patrono San Feliciano.  «Lo sport è stato un’arma per la mia problematica e mi ha dato l’approccio giusto per sfidare il cancro. Non ho detto: ‘Ora sono fottuto’, ma ho sfidato la mia malattia e affrontato il percorso. E, ora sono cinque anni che convivo con il tumore». Leonardo Cenci ha raccontato la sua esperienza davanti a tanti giovani atleti durante l’incontro “Lo sport rende omaggio al patrono San Feliciano” che si è svolto, per il quinto anno consecutivo. Società sportive, atleti e genitori si sono ritrovati nella pro-cattedrale Madonna del Pianto per questo evento, che precede la giornata clou dei festeggiamenti per San Feliciano, organizzato dalla Diocesi di Foligno, dalla pastorale sport e tempo libero della Diocesi e dal Centro Sportivo Italiano. E in tanti hanno aderito all’invito, tanto che la pro cattedrale era pienissima di coloratissime tute e bandiere delle varie società. Come vuole tradizione, i festeggiamenti sono stati aperti dall’entrata della fiaccola, partita da piazza della Repubblica e arrivata alla Madonna del Pianto. Un incontro di preghiera arricchito dalle testimonianze di Leonardo Cenci e di frate Stefano Albanesi. Frate Stefano Albanesi ha raccontato il suo incontro con Dio proprio attraverso lo sport. Lui, giovane promessa del calcio professionistico, ha lasciato quel mondo fatto di successo, di soldi e notorietà per abbracciare la povertà, seguendo l’esempio di Gesù. «Un giorno, davanti al crocefisso – ha raccontato - ho detto: ‘Dichiaro guerra a satana. Signore fa di me quello che vuoi. Mi vuoi sposo? Eccomi. Mi vuoi calciatore? Mi vuoi sacerdote? Sono uno strumento nelle tue mani. Ho dato la mia disponibilità al Signore. Ho stracciato il contratto con il Pescara e sono diventato sacerdote, per aiutare gli ultimi».


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Il Messaggero