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FOLIGNO - Conto alla rovescia per la riapertura del teatro San Carlo, venerdì 4 novembre prossimo, dopo gli interventi di ristrutturazione con un ricco programma culturale. Un altro importante pezzo della città torna quindi fruibile ed ha ha un filo conduttore e cioè un “Teatro al Centro del Mondo”. Il programma della riapertura si articolerà nelle giornate del 4, 5 e 6 quando, alle 21 verrà proposto “Ars et Lux”, spettacolo performativo multidisciplinare a cura di Protemus, direzione musicale Michele Pelliccia - rRegia Giacomo Nappini Casuzzi. CI sarà anche “Macbeth - Scacco al Re!”, smartOpera su musica di G. Verdi a cura della Compagnia Stabile del Teatro San Carlo di Foligno, regia Giacomo Nappini Casuzzi in collaborazione con VerdiOff | Festival Verdi | Teatro Regio di Parma. Sabato 5 e domenica 6 novembre dalle 15 alle 18 sarà la volta di “Dietro le quinte”, visita guidata al Teatro e agli spazi dell'Istituto San Carlo per gruppi di 15 persone con partenza ogni 15', Durata: 45' circa. Sabato 5 Novembre, poi, alle 18, tocca a “Le pietre raccontano”, dalla fondazione della Chiesa agli interventi post sisma 2016, conferenza a cura del ingegner Michele Pelliccia_Oikos Progetti srl. Quindi alle 19 Presentazione stagione teatrale 2022/2023 a cura del direttore artistico Giacomo Nappini Casuzzi. Ingresso gratuito - prenotazione obbligatoria per tutti gli eventi all'indirizzo e-mail: biglietteria@teatrosancarlofoligno.it . “La chiesa barocca di San Carlo – si apprende da divinafoligno.com - fu eretta dai Barnabiti nel 1612. Chiusa dapprima nel 1810 con la soppressione napoleonica dell’annesso convento e poi definitivamente con l’Unità d’Italia, successivamente è stata adibita a teatro. Poco si sa della sua struttura interna, che non doveva essere meno ricca di altre chiese barocche della città, ma notizia certa è che nella cappella della Vergine di sette dolori aveva lasciato la sua firma lo scultore Giuseppe Scaglia. Non si conosce neppure la sorte dei circa 300 pezzi tra quadri, mobili e oggetti sacri che ne costituivano il sontuoso arredo”. Un passaggio davvero importante che vedrà ritornare alla diocesi e alla città uno dei suoi luoghi più amati, appunto il teatro San Carlo, che, nonostante gli interventi di restauro non ha visto mai fermarsi la sua caratteristica principale, appunto l’aggregazione. Il San Carlo, e tutto il mondo che è sempre gravitato intorno a questo luogo della Diocesi e della città ha sempre costituito un baluardo nell’ottica del confronto fra generazioni ed ha fatto di questa sua caratteristica primaria un punto di eccellenza.
Il Messaggero