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FOLIGNO - Si stringe sempre di più il cerchio intorno alla coppia di rapinatori che venerdì pomeriggio, tra le 16.30 e le 16.45, ha rapinato l’edicola di via Mameli nel quartiere Prato Smeraldo. A Condurre le indagini è la polizia coordinata dal vicequestore Bruno Antonini che, già dall’immediatezza del fatto, ha schierato un vastissimo dispositivo anticrimine con personale delle squadre Volante, Giudiziaria, Scientifica e agenti del Reparto Prevenzione Crimine Umbria-Marche. Uno dei malviventi ha fatto irruzione nel locale intimando alla titolare di consegnargli il denaro e per far capire le sue intenzioni le ha pure puntato una pistola alla testa. Ad attenderlo all’esterno un complice col quale è poi fuggito con un bottino da 300 euro. Le descrizioni dei due rapinatori sono al vaglio degli investigatori che stanno pure valutando similitudini antropometriche con lo scippatore seriale che, tra centro storico e prima periferia, ha messo a segno da inizio febbraio ai giorni scorsi almeno una decina di colpi tra scippi, almeno sei quelli oggetto d’indagine, tre furti su mezzi in sosta e uno in danno di una donna seduta su una panchina. La scelta dei bersagli da colpire, sia per scippi furto e, come nell’ultimo episodio, potrebbe essere definita “d’impeto” nel senso che si colpisce a caso sfruttando il momento. Relativamente alla rapina di venerdì, infatti, è difficile pensare che l’edicola sia stata monitorata per giorni e poi colpita. È facile, invece, pensare che i due, con pistola al seguito, approfittando di un momento di calma possano esser entrati in azione avendo deciso il tutto poco prima. Probabilmente passavano da quelle parti in cerca di qualche vittima da colpire e hanno colto l’occasione per compiere la rapina. Se questa tesi sa o meno fondata lo chiarirà la polizia. Certo è che si si tratta dello scippatore seriale e di un suo complice c’è anche da capire cosa abbia determinato un salto di qualità così pericoloso tanto per la vittima che l’ha subito, quanto per chi l’ha compiuto. Il comune denominatore in scippi, furti e rapina è e resta il denaro. Somme che vanno da 20 euro fino a cifre ben più consistenti e che denotano la necessità impellente da parte di chi ha compiuto questi reati di trovare denaro pronta cassa. Nello scippo di via Tagliamento, l’ultimo di cui si ha contezza, il balordo s’è impossessato della borsetta tolta ad una signora e nella fuga l’ha abbandonata portandosi via il solo portafogli che, oltre ai documenti, al suo interno aveva 50 euro.
Il Messaggero