Foligno, ragazzine ricattate con le foto

Foligno, ragazzine ricattate con le foto
FOLIGNO - Ricatto hard tra 14enni. Non un caso isolato, ma almeno...

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FOLIGNO - Ricatto hard tra 14enni. Non un caso isolato, ma almeno cinque episodi sui quali, nell’arco del 2017, ha indagato il Commissariato di Foligno. Fulcro di tutto le chat di alcuni social attraverso le quali le ragazzine, dopo aver agganciato qualche coetaneo, si sono viste chiedere loro foto. Il tutto è poi precipitato con la richiesta di immagini in desabilier e in caso di rifiuto sarebbe scattata la pubblicazione e quindi la divulgazione. La vicenda è molto complessa e nei cinque casi trattati è riassunta in un copione sempre uguale. L’approccio ai social, che nasce dalla volontà di rimanere connessi e in contatto con un numero più ampio possibile di persone, è divenuto la porta d’accesso di una grave situazione che fortunatamente non è divenuta irreversibile grazie all’azione della polizia. Alcune ragazzine, per la maggior parte 14enni, hanno in sostanza “agganciato” loro coetanei o di qualche anno più grande, ma sempre minorenni, avviando un’amicizia online. Forse perché ammaliate dai profili dei loro interlocutori, o forse perché possono aver pensato di aver contattato qualcuno con cui confrontarsi e ragionare su questioni tipiche della loro età lo scambio di pensieri e di opinioni ha velocemente lasciato il passo a qualcosa che non sarebbe dovuto avvenire. Alle ragazzine è stato chiesto l’invio, attraverso la modalità chat, di loro foto. Richieste che man mano sono divenute sempre più pressanti, e spesso anche soddisfatte, fino ad arrivare ad immagini con le minorenni in desabilier. In caso di rifiuto gli interlocutori hanno paventato alle minorenni l’ipotesi di divulgazione in rete delle foto già inviate. A quel punto le 14enni hanno deciso di parlare e hanno raccontato quanto accaduto ai loro genitori. I quali hanno immediatamente compiuto il passo giusto portando le loro figliolette in Commissariato a Foligno per sporgere denuncia. Negli uffici di via Garibaldi hanno trovato i poliziotti che, coordinati dal vicequestore aggiunto Bruno Antonini, hanno messo nero su bianco i fatti e, avvertite le competenti Procure, hanno proceduto per dare soluzione a questi gravi episodi. Contestualmente sono stati chiamati a dare le rispettive versioni dei fatti quei ragazzini “agganciati” in rete dalle cui chat sono partite le richieste relative alle foto. I cinque fascicoli aperti sui diversi episodi ruotano intorno all’ipotesi di tentata estorsione – la divulgazione delle foto non è poi avvenuta – e di detenzione di materiale pedopornografico, ipotesi di reato quest’ultima che riguarda le fotografie delle 14enni effettivamente in possesso dei ragazzini. Nel corso delle indagini un ruolo importante lo ha avuto il confronto tra gli inquirenti e tutti i minorenni finiti al centro della vicenda e delle sue diverse articolazioni, soprattutto per quanto riguarda i rischi, ed in particolare le conseguenze, che si rischiano con un uso non corretto di Internet.
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Il Messaggero