Foligno, pellegrini “volanti” in Cattedrale Coppia di falchi sulla sommità del Duomo

Foligno, pellegrini “volanti” in Cattedrale Coppia di falchi sulla sommità del Duomo
​FOLIGNO - La città della Quintana, centro del mondo, realtà di scambi e nodo per viandanti e pellegrini. Proprio questi ultimi hanno trovato la loro casa nella...

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​FOLIGNO - La città della Quintana, centro del mondo, realtà di scambi e nodo per viandanti e pellegrini. Proprio questi ultimi hanno trovato la loro casa nella città della Quintana. Si tratta di pellegrini speciali, veri falchi pellegrini, che per mantener letteralmente fede alla loro natura, appunto, pellegrina si sono non a caso stabiliti sul cornicione della lanterna della cupola della Cattedrale di San Feliciano, nel cuore del centro storico di Foligno. Una condizione “abitativa” più che tranquilla, quella scelta dalla coppia di falchi pellegrini che hanno trovato casa sulla vetta del Duomo, chiuso dopo le scosse di terremoto dello scorso anno. A scoprire, e documentare fotograficamente, la loro gradita presenza è stato Alfiero Pepponi, coordinatore per l’Umbria di Lipu-Birdlife Italia.

LA SCOPERTA

«Mentre passavo nei pressi del Vescovado ho sentito un verso strano, c’era qualcosa di molto particolare che volava sopra la mia testa, alzo istintivamente ed incuriosito lo sguardo e vedo in controluce una sagoma scura, quella sicuramente di un falco, che stava inseguendo un piccione: un tonfo al cuore un sobbalzo ed i miei occhi si sbarrano: ma, non è possibile, ma quello sembra proprio un Pellegrino. Corro a casa, prendo il mio Swarovski 10x42, e torno a vedere quello che stava accadendo e trovo “lei” che stava lì sul cornicione della lanterna della cupola della Cattedrale di San Feliciano che “spiumava” un piccione catturato poco prima; si ho detto lei perché i falchi pellegrini sul cornicione erano due un maschio, più piccolo, in disparte che osservava la femmina, più grande, che banchettava con un piccione. Superata la prima curiosità mi rendevo conto che si vedevano solo pochissimi piccioni posati od in volo nella zona, probabilmente quelli che ancora non avevano percepito la presenza dei rapaci, anche gli storni che utilizzavano come dormitorio i pochi alberi del giardino dl Vescovado, non c’erano più e non sarebbero tornati nei giorni successivi, così come i piccioni hanno ridotto tantissimo la loro frequentazione nell’area della Cattedrale».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero