Foligno, degrado in via Parma: una discarica da vergogna

Foligno, degrado in via Parma: una discarica da vergogna
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FOLIGNO - Inquietante. Solo così si può riassumere lo stato di profondo degrado in cui versa l’area di via Parma, in località Sterpete, prima periferia a poche centinaia di metri dal centro storico di Foligno, trasformata in una discarica a cielo aperto senza fine. Otre alla ormai “storica” zona di abbandono in prossimità dell’ex area di emergenza sisma del 1997, dove nonostante i controlli i “fenomeni” continuano a disfarsi di rifiuti di vario genere, a monte, verso le campagne, la situazione è ancor più drammatica. L’unica stradina percorribile, e del tutto sterrata, è costellata di buche, in qualche caso veri e propri simil crateri, che con la pioggia costante di ieri, si sono trasformati in pozze, con acqua mista a fango, a cielo aperto. Lo stato di quella stradina, difficilmente percorribile anche in condizioni di pieno sole, è l’alleato principe di chi si disfa, violando ogni tipo di disposizione, di rifiuti domestici e non soltanto. Una breve, quanto complicata, camminata di qualche centinaio di metri permette di scoprire una sorta di mini infermo in terra. A bordo strada, gettati in un fosso d’irrigazione, ci sono secchi di vernice, vecchi pneumatici di varia foggia e dimensione, una sorta di frigorifero e poco più avanti una catasta vera e propria di legno, pannelli, tavole, mensole, scatoloni, resti di vecchi televisori, scarichi di inerti e, per non far mancare nulla, anche qualche sacchetto di materiale edile e alcune taniche. Una situazione assurda da diversi punti di vista. Raggiungere quel punto lungo la strada sterrata è complicatissimo. Quindi chi s’è disfatto, probabilmente a più riprese, di quei materiali ha sicuramente rischiato di rimanere bloccato. Oppure ha utilizzato un veicolo, tipo un furgone attrezzato, che può affrontare quel tipo di percorso. C’è poi l’altra questione tinta d’assurdo. Vale davvero la pena di rischiare multe e denunce abbandonando in questo modo sconsiderato quei materiali? La risposta è “no”. Ciò perché esistono servizi gratuiti, a chiamata, per il recupero di rifiuti cosiddetti ingombranti. Per tutti gli altri c’è l’isola ecologica  e tutte e altre possibilità previste per il corretto smaltimento dei rifiuti secondo le previsioni del sistema di raccolta differenza. Con poco si può fare molto e di sicuro si contribuisce al rispetto della collettività e dei luoghi. La speranza è che quanto prima si possa giungere all’individuazione degli autori di quegli smaltimenti incontrollati e illegali.
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Il Messaggero