Foligno, covid-19: storie di aziende che resistono in tempi di pandemia da coronavirus

Stefano Santarelli de "Il Pianeta delle Idee"
FOLIGNO - Ci sono imprese che resistono e spiegano come, in tempo di pandemia covid-19, la possibilità di guardare al futuro c’è. E passa per una evoluzione...

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FOLIGNO - Ci sono imprese che resistono e spiegano come, in tempo di pandemia covid-19, la possibilità di guardare al futuro c’è. E passa per una evoluzione dell’attività. A spiegare questo nuovo approccio alla produzione in tempi di coronavirus sono da Trevi “Il pianeta delle Idee” e da Spoleto “Medical Center Production”.

TREVI
“Siamo ripartiti ragionando con gli occhi di un bambino per questa fase di emergenza realizzando il safe desk e avviando un percorso per “riattivare il contatto” tra le persone dopo la fine dell’emergenza. Quanto sta accadendo ci sta cambiando la vita, ma insieme siamo pronti ad affrontarla”. La racconta così questa nuova esperienza di lavoro, Stefano Santarelli, fondatore de “Il Pianeta delle Idee” dove lavora insieme a Americo Innocenzi, Alessandro Pacini, Daniele Chianella, Griseld Demrozi, Nicola Gutti, Liliana Beatriz Laborde, Maria Scarponi e Stefania Chiacchierini. “Stiamo vivendo – prosegue Santarelli – come tutti giorni duri. Ma stimolati dall’attuale emergenza, abbiamo riflettuto a lungo su quale fosse il ruolo della nostra azienda, in questa situazione di grande preoccupazione e sorprendente senso di impotenza. E abbiamo voluto mettere – prosegue – alla prova le nostre competenze progettuali e l’utilizzo delle nostre tecnologie, abitualmente impiegate nel settore dei giochi, dei complementi di arredo per la casa e la scuola e della promozione del territorio, in un periodo così imprevedibile sia per la portata che la durata degli eventi. Ci siamo interrogati sull’opportunità da parte di ognuno di noi di rafforzare l’impegno sociale e sulla necessità da parte dell’azienda di tutelare i lavoratori, sia dal punto di vista della salute che da quello economico. Da qui – sottolinea Santarelli – è nata l’idea del safe desk, una barriera che è una non barriera. E’ una barriera fisica che non divide ma fa confrontare le persone permettendo una vita quanto più possibile normale. In pratica una lastra trasparente, che poggia su una base di legno, protegge dalla diffusione del virus ma consente il confronto tra pubblico e operatori di supermercati, pazienti e medici, nonni e nipoti, operatori di banca e clienti solo per fare alcuni esempi. L’idea che sottostà a questo progetto è riassunta nell’hashtag: #distantimauniti Vogliamo allargare le barriere, guardando alla sicurezza e alla salute – conclude - pensando ai bambini”.
SPOLETO

A Spoleto, invece, la Medical Center Production, guidata dalla titolare Alessandra Passeri, ha riconvertito parte della sua produzione realizzando oltre 30mila mascherine al giorno cucendo 5 chilometri di stoffa ogni settimana. Una realtà produttiva forte che ha saputo muoversi anche in questa fase di pandemia andando a realizzare mascherine che, tecnicamente, sono chiamate “monouso facciale” in attesa del marchi CE per il quale sono state attivate le procedure. Un nuovo ambito che ha portato i 22 lavoratori dell’azienda a crescere fino a 30, quindi 8 unità in più, cui si aggiungono gli operatori dell’indotto. Tante persone, quindi, si occupano di questo innovativo e importante progetto che sta portando anche a grandi commesse. Un modo davvero intelligente di riprogettare parte della produzione dedicandola alla lotta alla diffusione del contagio da coronavirus covid-19. Esperienze importanti, queste, che spiegano come imprenditori lungimiranti siano in grado di rimettersi in gioco dando una sostanziale spinta per guardare al futuro. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero