Foligno, commercio in crisi servono interventi. Il presidente di Confcommercio Aldo Amoni: «Fate tornare gli eventi in centro»

Foligno, commercio in crisi servono interventi. Il presidente di Confcommercio Aldo Amoni: «Fate tornare gli eventi in centro»
FOLIGNO - “Il commercio è stato pesantemente colpito dalle conseguenze del covid-19 e in questa fase di post lockdown servono interventi sostanziali. Servono eventi...

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FOLIGNO - “Il commercio è stato pesantemente colpito dalle conseguenze del covid-19 e in questa fase di post lockdown servono interventi sostanziali. Servono eventi che portino la gente a muoversi, che spigano le persone a guardare le vetrine e poi, quando lo si vuole, a fare acquisti. La situazione attuale mi preoccupa, ma i timori maggiori sono quelli in vista di settembre”. A lanciare l’allarme chiedendo un impegno forte a tutti i livelli è Aldo Amoni, vertice di Confcommercio. E lo fa analizzando il report che riguarda la situazione del commercio a Foligno.

LA SITUAZIONE
“La situazione attuale del commercio cittadino – dice Amoni – è complessa soprattutto per i negozi cosiddetti specializzati che hanno una sofferenza pesante, in alcuni casi fino al 60 per cento. Nemmeno lo spostamento dei saldi può dare una mano. Farli dai primi giorni di agosto, pur comprendendo e rispettando le disposizioni anticovd-19, può non servire. Anche perché tante attività gli sconti, anche per ripagare la fidelizzazione della clientela praticamente già li fanno. Va un po meglio per il settore della somministrazione dove , però, per il rispetto delle norme si soffre la riduzione dei posti offerti dalle singole attività per accogliere i clienti”.
IL PROBLEMA

“C’è poi - ricorda ancora – una questione non secondaria che riguarda la possibilità di spendere. In tanti attendo ancora l’erogazione della cassa integrazione e non hanno liquidità, quindi non spendono. E chi può farlo spesso non fa acquisti e si limita ad una passeggiata. Comprendendo ogni singola situazione e problematica è oltremodo necessario dare un forte spinta alla ripresa. Penso ad esempio agli eventi che sono aggregazione, ovviamente rispettando tutte le disposizioni, e promozione per il territorio e le attività. Dobbiamo attendere – ricorda ancora Amoni – il 15 luglio, data di scadenza del Dpcm. Poi si potrà capire se, cosa e come si potrò fare in relazione appunto agli eventi. Il mio timore maggiore riguarda settembre. Se non si arriverà pronti per far ripartire il commercio, si rischia di vedere attività chiudere e dipendenti senza lavoro. Uno scenario che nessuno vuole e proprio per questo tutti – conclude Aldo Amoni – dobbiamo fare qualcosa insieme per scongiurare questo terribile rischio e far ripartire l’economia”. Problemi, quelli che interessano il settore commercio, comuni anche ad altri ambiti. Problemi che, in questo caso, vanno affrontati in maniera sostanziale prima che sia troppo tardi. È ovvio che le scelte sono politiche, in senso lato del termine, e per questo i vari livelli interessati,d a quello locale fino a quello nazionale, devono dare una segnale sostanziale. Non bastano più interventi temporanei, azioni a spot. Adesso, è questa la richiesta generale, occorrono azioni di sistema e, soprattutto di prospettiva, reale, concreta e da realizzare subito. Se ciò non accadrà si prospettano scenari davvero pesanti. I commercianti hanno messo in campo tutto ciò che hanno potuto. Durante il lockdown molte attività si sono ripensate, gli imprenditori si sono rimessi in gioco, i dipendenti hanno fatto squadra. S’è arrivati pure a tirare la cinghia per evitare, e i casi non sono pochi, la fine di esperienze importanti. Nessuno vuole rimanere col classico cerino in mano. Ora le parole vanno sostanziate con i fatti prima che sia troppo tardi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero