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FOLIGNO - Caro bollette, i ristoratori, soprattutto quelli più piccoli, si rimodulano come spiega Confcommercio e ci sono già le prime famiglie e i primi piccoli imprenditori che stanno contattando la Caritas. È il quadro che emerge e che spiega come le difficoltà economiche, dovute all’impennata dei costi di corrente, gas e carburanti, sta già pesando sulle tasche di tantissime persone. “La situazione dei bar e della ristorazione – dice Aldo Amoni di Confcommercio – rispetto all’incremento delle bollette tocca tutti. Ci sono le realtà maggiori che in qualche modo riescono a tirare avanti. Ben più complicato, invece, è il contesto dei ristoratori più piccoli. I quali, però, si stanno riorganizzando rimodulando l’attività. C’è chi è aperto solo il venerdì sabato e domenica e chi invece lo è soltanto a cena. Rispetto alla situazione complessiva relativa in particolare a Foligno come Confcommercio ci confronteremo con gli operatori per definire una linea comune e delle richieste da portare avanti tutti insieme”. Diversa e per certi versi molto più pesante, la situazione che interessa le famiglie e alcuni piccoli e piccolissimi imprenditori. A spiegare cosa sta accadendo è Mauro Masciotti, direttore della Caritas Diocesana di Foligno interpellato sul punto da Il Messaggero. “Come Caritas – spiega Masciotti – stiamo già ricevendo le prime richieste d’incontro da parte di famiglie e piccoli imprenditori che non ce la fanno a pagare le bollette. Ci sono casi di piccoli imprenditori che devono decidere se pagare le bollette o gli stipendi dei dipendenti. Come Caritas abbiamo deciso di dedicare la Quaresima e la Pasqua a questa emergenza che va affrontata in maniera corale”. Una situazione sempre più complessa che si va ad aggiungere al vasto mare delle povertà e, soprattutto, a quello delle nuove povertà e dei nuovi ultimi. Di azione corale ha parlato Masciotti riferendosi di fatto al “Nessuno si salva da solo” pronunciato da papa Francesco. Il momento generale è davvero complesso ed ha ricadute ovunque con il “locale” che soffre. Di gente in giro come prima dell’inizio della pandemia se ne vede poca. Molte persone, dopo i lunghi mesi di permanenza obbligatoria in casa, preferiscono seguire altre abitudini e il cammino verso la ripresa dei modi tradizionali appare, in questi casi, in salita. Le situazioni di cui la Caritas di sta iniziando ad occupare sono le più delicate perché spesso riassumo contesti di vita e di lavoro dove è complesso chiedere aiuto soprattutto per dignità. È evidente, quindi, che i contesti da cui le richieste iniziano ad arrivare riguardano famiglie e lavoratori dove s’è sempre riusci ad andare avanti ma ora si rischia uno stop che, se non si trovano soluzioni, può diventare irreversibile.
Il Messaggero