Monitorati, pedinati, derubati per 15 volte tra inizio giugno e il 3 dicembre, datata dell’ultimo colpo: è caccia alla banda delle bionde. Presi di mira sono i...
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Poi la pedina, ne studia abitudini e spostamenti e al momento più utile, magari approfittando di una sosta caffè nel tragitto verso la rivendita di tabacchi, mette a segno la razzia. Stando alle denunce i furti sono stati compiuti in danno dei veicoli utilizzati per il trasporto delle sigarette, ma in qualche caso il colpo è andato a segno nella casa o nel magazzino dove il tabaccaio ha stoccato le sigarette. Ad agire con ogni probabilità, sono più persone con ruoli specifici. C’è chi individua la vittima, chi la segue per un tratto o per l’intero tragitto da coprire, c’è chi materialmente compie il furto e chi prende il bottino per poi sparire. Il tutto, come sovente accade in questo tipo di reati che fanno parte della galassia dei furti, viene compiuto mettendo in campo una macchina criminale ben rodata e con ruoli intercambiabili. Si evita così di dare nell’occhio allontanando attenzioni non desiderate. Così come l’utilizzo dei mezzi impiegati per compiere le razzie si muove nel solco dei veicoli comuni.
Almeno, stando alla casistica di settore, ciò accade per la parte materiale del pedinamento e del furto. Poi possono essere utilizzati, e spesso ciò accade, veicoli cosiddetti puliti anche in forza del fatto che non risultano ovviamente presenti nelle fasi del pedinamento e del raid ladresco. Episodi gravi, si diceva, intorno ai quali gli investigatori del Commissariato di Foligno, guidati dal vicequestore Bruno Antonini, stanno tentando di fare luce. L’obiettivo è individuare e assicurare alla giustizia la banda delle bionde.
Banda perché è impossibile, ovviamente fino a prova contraria, che ad agire sia un singolo che monitora, pedina, deruba le vittime e poi piazza i tabacchi rubati. Il tutto sta poi creando non poca apprensione tanto nei titolari di tabaccherie o rivendite di tabacchi anche perché, pur se si tratta di furti e non risultano ad oggi episodi di violenza, l’apprensione è a livelli altissimi così come la disperazione e la rabbia dopo le razzie per il denaro sborsato per pagare i prodotti che, come detto, varia tra i 2mila e i 10mila euro. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero