FOLIGNO - “Daje, lo sapemo che sete capaci de fa' cose grosse, scatenateve co' l'arte, ma senza li trucchi tecchenologgici. Daje su. Pure lu Presidente...
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Come è nato il progetto?
“Abbiamo preso spunto – sottolinea Ciancabilla – da uno spettacolo proposto durante la Giostra della Quintana. Una compagnia teatrale ha realizzato quadri viventi del Caravaggio impiegando tra i vari materiali anche lenzuoli. Così siamo partiti e l’idea è divenuta progetto. Ci muoviamo via social raccogliendo adesioni a apprezzamenti e grazie anche a Giorgio Sorbi anima di Segnalazioni Foligno che ha condiviso la nostra iniziativa, i partecipanti crescono di giorno in giorno”.
C’è un termine?
“Sinceramente non abbiamo dato limiti temporali. Quando vedremo che il tutto andrà scemando passeremo alla fase due”?
Cioè?
“Stiamo pensando insieme al Cda di “Foligno che Fiotta”, a dare un seguito a questo e altri nostri progetti legati al dialetto folignate, alla vita della città e alle tante iniziative che realizziamo da quelle ludiche alle benefiche”.
Può anticipare qualcosa?
“Stiamo pensando di dar forma ad una raccolta di storie folignati, tra reali, fantastiche e al limite della leggenda popolare, tutte ovviamente in dialetto da riassumere in una raccolta, che comprende il pre e il durante emergenza, che potrebbe contemplare anche queste foto artisico-cittadine. Insomma pensiamo ad una vera e propria pubblicazione il cui ricavato sarà destinato ad un progetto specifico che valuteremo al momento opportuno dopo un attento approfondimento”
Una bella iniziativa, quindi, che mette quanti partecipano al progetto del cittadino-opera d’arte nelle condizioni di trascorrere in modo diverso le lunghe giornate vissute in casa. Giornate che trascorrono con le persone che si devono ingegnare con ciò che hanno per assomigliare ad una opera famosa divenendo a loro volta arte vivente. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero