Fiamme Gialle in azione nella provincia di Terni, sequestrati articoli per tabacchi a esercizi non autorizzati

Fiamme Gialle in azione nella provincia di Terni, sequestrati articoli per tabacchi a esercizi non autorizzati
Un sequestro complessivo di circa 230.000 accessori da fumo, filtri, cartine e “tubetti” (cartine arrotolate senza tabacco), venduti senza la regolare...

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Un sequestro complessivo di circa 230.000 accessori da fumo, filtri, cartine e “tubetti” (cartine arrotolate senza tabacco), venduti senza la regolare autorizzazione da undici rivenditori nella provincia di Terni, è il risultato di una operazione del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Terni che ha visto impegnate sul territorio anche le Fiamme gialle orvietane. 


I sequestri sono scattati nei primi giorni di marzo 2020, a seguito di una mirata attività di intelligence e alla luce delle novità legislative nello specifico settore, che hanno permesso alle Fiamme Gialle di eseguire molteplici controlli a contrasto della vendita non autorizzata di generi di monopoli. In particolare, secondo quanto indicato nella legge di bilancio 2020 (legge 160/2019), i prodotti accessori ai tabacchi da fumo, a far data dall’1 gennaio 2020, oltre ad essere gravati da specifica imposta di consumo, possono essere venduti esclusivamente dalle rivendite autorizzate di cui alla legge n. 1293 del 22 dicembre 1957.

Le attività, eseguite nei confronti di undici attività commerciali operanti nella provincia di Terni, tutte prive delle preventive autorizzazioni e quindi escluse dal novero di rivendite di cui sopra, hanno portato al sequestro amministrativo di circa 230.000 accessori e con l’applicazione della sanzione amministrativa da 5.000 a 10.000 euro, come previsto dalla Legge sul Monopolio, oltre alle sanzioni accessorie che saranno disposte dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

I controlli effettuati delle Fiamme Gialle ternane si inseriscono in una più ampia azione di intervento volta da un lato a tutelare l’interesse erariale dello Stato, attraverso il pagamento dell’imposta di consumo sui prodotti accessori ai tabacchi da fumo, dall’altro a salvaguardare l’economia “sana”, contrastando i  “concorrenti sleali” ed agendo a garanzia dei rivenditori autorizzati. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero