Femminicidio a Napoli, Iacomino si costituisce a Terni. Per Valeria Valente «Serve un cambio di passo all'insegna della civiltà»

Foto dalla pagina Facebook di Valeria Valente
TERNI        Pinotto Iacomino ha ucciso...

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TERNI        Pinotto Iacomino ha ucciso la ex moglie Ornella Pinto, a Napoli. Si è costituito a Montegabbione, a pochi chilometri da Terni, ed è stato rinchiuso nel carcere della città. Per la vittima, uccisa da dodici fendenti e dalla ferocia del suo carnefice, non c’è stato nulla da fare: i medici del Cardarelli di Napoli non hanno potuto salvarla dalle gravi lesioni interne. La panchina rossa dell’ospedale Cardarelli, simbolicamente colorata del colore del sangue di tutte le vittime di violenza di genere, al mattino del 15 marzo, a due giorni dal fatto, si è coperta di tulipani rosa e gialli, e contemporaneamente, al sit-in convocato stamattina al Cardarelli con la senatrice Valeria Valente, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul femminicidio, si mandava questo messaggio: «Quello che serve davvero è un cambio di passo all’insegna della civiltà». Secondo i presenti, infatti, tra cui c’erano il primario del Pronto Soccorso Fiorella Paladino, il direttore generale del Cardarelli, Giuseppe Longo, la direttrice amministrativa, Maria Maiorano, e la responsabile del centro antiviolenza Dafne, Elvira Reale, è evidente che agire sulla legge non basta, non è l’unico aspetto su cui c’è da insistere; così, spiega Valeria Valente, «Non servono nuove leggi o pene più severe, su quelle siamo già intervenuti come Parlamento facendo tutto il possibile. Quello che serve davvero è un cambio di passo all'insegna della civiltà, sulla falsariga di quanto hanno fatto altri Paesi europei come la Spagna, servono processi in tempi rapidi, serve che nessuna sentenza giustifichi la violenza maschile sulla scorta di un tradimento o di un comportamento. È arrivato il momento di dire basta». La violenza sulle donne è un fenomeno culturale, ed è soprattutto tramite l’educazione che si possono abbassare i numeri terrificanti dei nostri giorni, che oscillano, ma sono sempre uguali; in Italia nel 2018 ci sono state 74 vittime, nel 2019 72, nel 2020 siamo saliti a 75, e quest’anno sono già 14. Ed è proprio come dice la dottoressa Fiorella Paladino: «Da questa panchina così simbolica, parte un invito alle donne in difficoltà ad avere il corteggio di contrastare la violenza di cui sono vittime»; ma la speranza vera è che l’invito a cambiare modo di vedere le cose sia accolto da tutti, di ogni età e sesso.

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Il Messaggero