Farmacie comunali ko, metà dei dipendenti in quarantena

Farmacie comunali ko, metà dei dipendenti in quarantena
TERNI Farmacie pubbliche sotto pressione anche a Terni. Con un numero sempre crescente di dipendenti che si ammala, finisce in quarantena, lascia scoperti i turni di lavoro. Le...

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TERNI Farmacie pubbliche sotto pressione anche a Terni. Con un numero sempre crescente di dipendenti che si ammala, finisce in quarantena, lascia scoperti i turni di lavoro. Le assenze spesso si allungano, perché i contagi si estendono a figli e genitori. Chi resiste, dietro il bancone, stavolta anche dietro le mascherine Ffp2 (ad inizio pandemia mancavano), si sente in dovere di coprire le ore di lavoro dei colleghi in isolamento. I turni diventano pesanti. Da settimane i farmacisti effettuano i due terzi dei test Covid, istruiscono le pratiche per la presa in carico del servizio di sorveglianza del soggetto positivo, distribuiscono medicine, danno informazioni sulle nuove procedure di contrasto alla diffusione del virus, stampano Green pass. Sempre in prima linea, aperti anche durante il lockdown di marzo 2020, sono un punto di riferimento importante per i cittadini. Irrinunciabile. “In servizio” anche la notte di Natale. Ma c’è preoccupazione, da parte delle organizzazioni sindacali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil. I rappresentanti sindacali accendono un faro sulla condizione del personale in forza: «I farmacisti si fanno in quattro per reggere la situazione, cercando di portare avanti tutte le attività necessarie al buon andamento delle strutture«. 


I doppi turni e le sanificazioni non effettuate, restano i problemi da risolvere. E in fretta. «Durante le precedenti ondate, più virulente e caratterizzate da tassi di ospedalizzazione nettamente superiori all’attuale, medici ed infermieri sono stati definiti eroi. La foto dell’infermiera stremata a fine turno ha fatto il giro del mondo. Ora che, pur con i casi quasi raddoppiati rispetto ai precedenti picchi raggiunti, le ospedalizzazioni sono diminuite, il grosso della pressione viene dirottato sulle farmacie» – evidenziano le tre sigle. E forse avrà il volto di un farmacista, la foto simbolo del nuovo Coronavirus. «Chi lavora dentro le farmacie comunali ha già contribuito a colmare le lacune organizzative del sistema sanitario regionale. Occorre dunque riaprire immediatamente il confronto con la Regione Umbria e con le controparti, per costruire condizioni di lavoro meno penalizzati per le dipendenti e i dipendenti delle farmacie comunali” – sollecitano le rappresentanze di Filcams, Fisascat e Uiltucs. Che ribadiscono: “Le condizioni di lavoro delle addette e degli addetti, hanno raggiunto livelli al limite della sopportazione, eppure a loro non viene riconosciuto alcun indennizzo. Svolgono attività nuove, rispetto a quelle classiche, sono il segmento di unione tra i cittadini e il servizio sanitario. Almeno questo va ammesso».

 

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Il Messaggero