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TERNI - «Pedalare con Francesco Moser? Il sogno di bambino che si è materializzato». Per Fabio Di Gioia è stato questo. Per il sindaco di Arrone, con un passato da ciclista, è stato anche il sogno del papà Augusto che si è realizzato: «Moser era il campione di papà. E io sono cresciuto guardando insieme a papà tutte le videocassette delle sue vittorie». Poi succede che si riesce a riportare il Giro d’Italia a Terni, ad organizzare la partenza dell’ottava tappa che offre al pubblico anche la possibilità di pedalare insieme a due fuoriclasse, a Francesco Moser e Paolo Bettini. Di Gioia non ci pensa due volte a prenotare la “gita” . Alle partenza, alle 8 in piazza Ridolfi, scatta la scintilla: Di Gioia e Moser restano fianco a fianco per tutta la mattina e per tutto il percorso. Un percorso che disegnano via via che parlano e pedalano.
«Il campione dei campioni non conosceva la Fabbrica d’Armi e non sapeva dei 108 bombardamenti che Terni ha dovuto subire proprio per la sua presenza - racconta Di Gioia - ma conosceva l’Acciaieria, la Cascata, il lago di Piediluco. Ha voluto vedere Arrone, mi ha fatto tante domande su Arrone, sul numero di abitanti, sulle coltivazioni, sul vino e sull’olio. Poi abbiamo fatto la Forca d’Arrone e abbiamo costeggiato il lago di Piediluco, uno dei luoghi più belli della nostra verde Umbria, che Bettini voleva rivedere». Una quarantina di bici. Una pedalata amatoriale. Una chiacchierata di due ore. Una passione condivisa, anzi due: il ciclismo e la campagna. Moser ha fatto il contadino fino a 18 anni, poi è diventato ciclista, e alla fine è tornato a fare il contadino sulle colline trentine, dove coltiva diverse varietà di uva assieme ai figli. Di Gioia, ex ciclista, continua ad amare il suo territorio e a promuovere le eccellenze di cui è espressione. In più ha fatto di Arrone un Comune amico delle bici iscritto a Fiab (Federazione italiana ambiente e bici).
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