Caro energia, all'Ast cassa integrazione per 400 operai

Caro energia, all'Ast cassa integrazione per 400 operai
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TERNI Doccia scozzese per l'Ast. Martedì le notizie positive arrivate dal ministro Giancarlo Giorgetti (accordo di programma vicino e idrogeno in dirittura d'arrivo), ieri la doccia gelata con l'avvio della cassa integrazione per 400 lavoratori a causa del caro energia. Decisione drastica che era nell'aria dopo il campanello d'allarme suonato nei giorni scorsi, quando il 29 agosto scorso il cavaliere Giovanni Arvedi aveva annunciato il prolungamento della fermata estiva degli impianti di viale Brin. «Sì ci sarà il prolungamento della fermata, non so per quanto di preciso ma ci sarà. Siamo di fronte a una speculazione 900 euro al chilowattora, mi chiedo come si possa speculare di fronte al lavoro degli opera». A distanza di due settimane dall'allarme, ieri è arrivata l'estrema ratio, il ricorso alla cassa integrazione per arginare gli effetti del caro energia.


«Vista la contrazione del mercato di riferimento, che ha determinato il conseguente calo delle commesse di lavoro, registratori ormai da qualche tempo e proveniente soprattutto da parte della committenza abituale, nonostante gli sforzi profusi per reperire nuove ed alternative occasioni di lavoro, tutt'ora in corso si trova nella condizione di dover ridurre la propria attività produttiva». Questa la comunicazione che il gruppo Arvedi ha inviato ieri ai sindacati e a Confindustria Umbria. Riduzione dell'attività produttiva che avrà come conseguenza immediata lo stop agli impianti di viale Brin per almeno tre settimane. «Per detta situazione - prosegue la lettera - sarà interessata ad una sospensione e/o riduzione delle attività lavorative per il cui effetto richiede l'intervento della Cig ordinaria e delle relative provvidenze che, a decorrere dal 16 settembre 2022 e sino al 30 settembre 2022 e per un periodo presumibile di tre settimane». E lo spettro cassa integrazione interesserà un po' tutti i lavoratori, come si legge ancora nella lettera. «Potrà interessare fino a un massimo di 400 dipendenti circa, disti ti tra quadri impiegati ed operai rispetto ad un organico aziendale complessivo che, alla data della presente risulta essere pari a 2.278 unità lavorative», sono i numeri che ha comunicato il gruppo Arvedi. Come saranno scelti i 400 cassaintegrati? In questo caso la società di Cremonta precisa che, «nell'individuazione del personale da porre in sospensione, si atterrà a criteri oggettivi derivanti dalle professionalità dei lavoratori coniugate alla quantità ed alla qualità delle lavorazioni di volta in volta da eseguire».
I SINDACATI
Per le Rsu di Ast l'avvio della cassa integrazione segna un salto nel buio, come spiegano in una nota. «L'azienda ci ha informato che ad oggi non c'è una visione chiara rispetto ai volumi che saranno previsti nei prossimi mesi», scrivono nero su bianco le Rsu. Insomma, la ripartenza rischia di essere più complicata del previsto e il contesto generale non aiuta di certo. «Tali decisioni - sottolineano non a caso le Rsu - sono chiaramente dovute al difficile e delicato contesto complessivo che si sta attraversando e ai negativi effetti che conseguenzialmente si manifestano sugli ordinativi e sulla contrazione produttiva».

Sergio Capotosti
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Il Messaggero